Red Roll “At the end the beginning”, recensione

Un riff distorto, un battito regolare sulle pelli, stop and go e plettro in battere. Signore e signori ecco a voi i Red Roll, band emiliana avvolta in un piacevole hard rock di stampo contemporaneo. Infatti, il quartetto sembra promettere buoni orizzonti, spinti da grezza animosità ed attitudine rock, in cui si intravede qualcosa di credibile ed interessante. L’ensemble, giunto al Natural Headquarter Studio di Ferrara con il suo stile piacevolmente granulare, si mostra sin dal primo ascolto legato a sonorità estese, in grado di andare dal nu punk d’oltreoceano a forme battenti di HR.

 

 

Il sound, danzante e coinvolgente, colpisce nell’immediato con brani diretti e godibili (Your Truest past) definiti da passaggi orecchiabili che ben si armonizzano con cambi direzionali e striature garage, pronte a farsi più osservative e descrittive in tracce come The world Scream, rimando naturale  al mondo alternative rock degli anni ’90, nascosto tra Liquido e Smoking Popes.

A dare chiusura all’Ep è, infine, il sound ponderato di Song for you, in cui la parte emozionale emerge con accorta delicatezza tra i riff di un’opera che, spero, possa avere una nuova evoluzione nel breve.

Insomma… un disco che, appena concluso, ho avuto voglia di riascoltare immediatamente, nonostante una perfettibile pronuncia anglosassone che  avrebbe potuto essere più definita…ma in fondo siamo solo al termine di un promettente inizio.