Alex Castelli: in direzione contraria, ostinata, d’autore

Esordio che sottolineiamo con piacere visto il tema che oggi più di prima torna prepotente nel quotidiano. Alex Castelli pubblica “Caduti Liberi”, allegoria e metafora che in se racchiude la sconfitta ma anche la rinascita, la voglia di rivalsa e la necessità di sognare e di crederci. Ma tra le righe si nasconde anche un velo di rabbia, di nostalgia, di rammarico forse… canzone d’autore, colorata, eccentrica, romantica e decisamente sociale.

Alex, un album che racconta dei “caduti liberi”. I caduti liberi sono quelli che affrontano la realtà e anche fallendo si rialzano con la schiena dritta?
Spesso si parla di libertà come un obiettivo da raggiungere che potrà permetterci finalmente di vivere appieno la nostra vita. Nasciamo liberi, ma durante la vita ci ingabbiano in situazioni, regole, obblighi, relazioni, che ci portano a perdere per strada la nostra vera natura. In questo percorso di ricerca della libertà si cade spesso e ci si fa male, ma poi ci si rialza e a un certo punto ci si trova magicamente liberi.

Nelle tue canzoni c’è dalla voglia di cercare musica tra le frequenze radiofoniche come “Stanno uccidendo la musica”. Come sta andando la tua battaglia da ascoltatore prima che da cantautore?
Sono curioso per natura, quindi ascolto di tutto e cerco in ogni album (esistono ancora gli album…?) e in ogni canzone che arriva alle mie orecchie spunti per crescere io stesso come ascoltatore e come musicista/compositore. C’è un omologazione in corso ormai da decenni, ma c’è sempre qualcuno che si stacca dal mucchio. Si cerca quindi di uccidere la musica ingabbiandola (togliendole la libertà di essere ascoltata) e incastrandola in categorie e generi. In realtà la musica sarà sempre libera.
Agli ascoltatori manca la curiosità, le persone sono pigre per natura. Tutti amiamo la zona comfort, per  questo funzionano i tormentoni: tutti ascoltano quello che viene proposto dai media mainstream, senza farsi troppe domande, senza impegnarsi nello scegliere quello che più ci è affine. Un po’ come chi va al bar e ordina ‘una birra piccola’ oppure chi sceglie ‘una birra trappista belga’. Sono scelte ben differenti che pochi fanno.
La musica di qualità comporta qualche rischio…

Chiudi la canzone con un messaggio, “la musica ritornerà”. È un voler essere positivo o sei realmente convinto che la qualità della musica sarà diffusa maggiormente?
La musica di qualità c’è, non mancherà mai. Manca la volontà di farla ascoltare ma manca soprattutto, come ho precedentemente affermato, un’abitudine alla scelta, un desiderio di scoprire ricercando e prendendosi dei ‘rischi’.
Comprare un album di un artista sconosciuto e scoprire che poi all’ascolto è una delusione, è un rischio che si può correre. Questo richiede coraggio e curiosità. Non penso che i media mainstream saranno maggiormente disponibili, in futuro, nel diffondere musica più impegnativa. Ci sono comunque altri canali che la gente dovrebbe conoscere per poter scegliere.

Ovviamente siamo partiti dal pensiero che molta bella musica sia fuori dai circuiti radiofonici.
Ci sono realtà artistiche “poco radiofoniche” che ascolti maggiormente o che possono aver influenzato le tue canzoni?
Io nasco ascoltando la musica degli anni 70. A casa mia si ascoltava da Bach alla PFM, da Zucchero ai Chicago, Ray Charles e Mina, Battisti e i Pink Floyd, Beatles e i Police. Ho ascoltato tanto ma non tutto di quel periodo tanto fertile, direttamente su vinili e audiocassette.
Ho passato gli anni ’90 divorando tutto ciò che aveva a che fare con la scena del grunge di Seattle. Tutto su CD.
Oggi ascolto molto di ciò che proviene da questi due periodi. Ho snobbato un po’ gli anni 80 ma oggi devo dire che tanta musica fantastica è nata in quel decennio. Cerco tanto online, spunti ne trovò tantissimi. Trovo che gli store online siano un ottimo punto d’inizio per ascoltare nuovi artisti in modo semplice e immediato.

Tra rock e pop, il tuo album è una raccolta di canzoni. Quello che ti chiedo è se rappresentano degli episodi o dei capitoli di vita che hai vissuto?
Tutte le canzoni di Caduti Liberi seguono un filo conduttore: il tema della paura del cambiamento. Ogni canzone nasce da accadimenti personali che mi hanno segnato profondamente e che mi hanno portato a Riflettere sul fatto che io per primo quando devo cambiare ho molta paura.

Così come “Gabriele”, anche “Se” è una canzone dove affronti qualcuno nei suoi difetti. Sono canzoni nate da uno stesso episodio  o sono canzoni, soprattutto “Se” nata col passar del tempo?
Con il Passare tempo mi capita spesso di riflettere su fatti della vita passata. Analizzare le situazioni ed essere pienamente sinceri con se stessi non è facile… più facile prendersi in giro. ‘Se’ è una canzone che presenta queste debolezze che io per primo so di avere. Prendere scuse per non agire è più facile che prendere in mano le situazioni. In entrambi i casi, comunque, si perdono tantissime energie.

Tornando indietro tra le varie canzoni dell’album, c’è “Solo”. Hai praticamente raccontato la solitudine di tutti quelli che vivono in questo millennio. È una canzone in cui tutti possono riconoscersi?
“Solo” nasce da una riflessione su quanto accade quando si decide di cambiare direzione. Quando decidi di prendere in mano la tua vita e stravolgerla trovi sempre ostruzionismo da parte di chi dice di amarti. Di colpo capisci di essere solo.
Tutti, quando decidono in modo consapevole di fare una svolta decisiva nella propria vita, sentono questa solitudine.

Il tuo album è uscito ad inizio di questo funesto anno. Cosa è saltato durante questi mesi, subito dopo l’uscita, e a cosa stai lavorando per aiutare a far rialzare questi “caduti liberi”?
Sono saltati tanti schemi. Niente live in primis, quindi attività di promozione ferma.
Il live non può essere sostituito da uno streaming senza pubblico, manca l’interazione. La musica dal vivo va vissuta prima che ascoltata.
Ciò detto è ovvio che non ci si debba bloccare, si tornerà a suonare in altre modalità rispetto al passato… e non per forza dovranno essere modalità peggiori.

I caduti liberi ci saranno sempre, ogni album che farò sarà dedicato a loro!
In questo periodo sto scrivendo e preparando canzoni per un nuovo album, che spero di riuscire a terminare prima dell’estate 2021. Ho cambiato completamente approccio alla musica, quindi il progetto sarà totalmente diverso dal primo. Spero di riuscire a organizzare tanti concerti durante i qualI fare ascoltare a tutti i “caduti liberi” queste nuove  canzoni.
Alla fine la musica ritornerà.