Giorgia Bazzanti: parlando di “Non eri prevista”

Cantautrice, interprete, artista di dolce sensibilità Giorgia Bazzanti che mette in scena in questo disco dal titolo “Non eri prevista” la cui direzione d’arte porta la firma del grande Guido Guglielminetti e in cui troviamo 5 dei dieci brani scritti proprio dal suo pugno. Parliamo di questo lavoro intimo e privato, scuro di segreti e orchestrale di vita, laddove la complicità di un timbro vocale (sottile nelle dinamiche aperte e dolcemente sicuro nei momenti più grave) completa un quadro dove ogni cosa sembra stare al proprio posto in un equilibrio davvero incantevole. Un bel disco di canzone d’autore e di bel canto… di quelle cose che restituiscono aria buona alla musica italiana.

Come definiresti, in sintesi, il tuo modo di fare musica?
La musica per me ha una funzione catartica, purificatrice. Duro lavoro, tenacia e grandi emozioni.

“Non eri prevista” è un album di cui sta parlando molto bene la critica italiana. “Giorgia Bazzanti è in qualche modo figlia della canzone d’autore”. Quali sono state le influenze che hanno caratterizzato il tuo percorso artistico fino ad oggi?
Amo ascoltare generi diversi, di sicuro i cantautori hanno avuto un ruolo fondamentale, anche perché in effetti è un mondo in cui mi ritrovo, stilisticamente ed umanamente. La musica d’autore in particolare mi accompagna sin da bambina, da quando papà mi faceva ascoltare i primi vinili!

Guido Guglielminetti, come produttore e arrangiatore per un album che racchiude delle vere e proprie perle. Non sei solo l’interprete delle canzoni di questo album ma anche autrice.
Chi sono gli autori e i musicisti che hanno dato vita con te e Guido Guglielminetti a questo album?
Io sono autrice di “Famme giocà”, “Guerra e baci”, “Le finestre non dormono mai”, “Ninnà”, “Lucida”. Gli altri brani vedono collaborazioni preziose: “Se questo non è amore”, scritto da Gianmaria Testa e Guglielminetti; “Non eri prevista”, scritto da Francesco Cicorella e Guglielminetti; “Non essere vento” scritto da Franco Vietti; “Adesso guardami” di Roberta Di Lorenzo e “Viaggiatori d’occidente” di Ivano Fossati; tra i musicisti, oltre a Guido: Elio Rivagli, Carlo Gaudiello, Fabrizio Barale, Claudio Fossati, Chiara Di Benedetto, Chiara Giacobbe, Simonetta Baudino, Marianna Giraudo, Gianni Manzi.

È un album che racchiude i tuoi primi anni: dalla finale ad Area Sanremo 2017 fino al secondo posto al Premio Valentina Giovagnini. Come definiresti questi tuoi primi anni da artista, interprete e cantautrice racchiusi in “Non eri prevista”?
In realtà per me questo album contiene anche gli anni da cui provengo…gli anni di studio, di live, le prime aperture di concerti (da Finardi ai New Trolls)…il mio “background” per me è sempre presente perché mi ha insegnato quanto sia importante avere coraggio, umiltà e basi solide. Fattori che sono stati indispensabili anche per questo nuovo progetto. In questi anni ovviamente sento di aver definito ancor più me stessa, sia a livello artistico che personale, e infatti questo disco è nato nel momento giusto, con i tempi di cui aveva bisogno e con le persone giuste. Sono stati anni pieni di fogli scritti, treni, viaggi, incontri e collaborazioni per me davvero importanti e fondamentali.

L’album ha una caratteristica fondamentale: la femminilità. È un album autobiografico o un’opera in cui le donne si rispecchiano?
Nelle mie canzoni ci sono storie vere ma anche inventate, una canzone diventa poi qualcosa in cui l’altro si può rispecchiare. In questo album c’è un concetto di femminilità che, con sensibilità e decisione, si esprime in varie forme, superando pregiudizi e luoghi comuni. A questo si aggiunge il valore del viaggio, in grado di ampliare i nostri orizzonti e conoscere meglio noi stessi e gli altri. Finora, oltre ad un bell’apprezzamento ed un bel calore, c’è stata molta empatia con queste canzoni, soprattutto dal vivo, e ciò mi rende molto felice.

Due canzoni ci hanno colpito: “Famme giocà” e “Se questo non è amore”. Come è nata la prima e cosa hai provato quando ti hanno proposto di interpretare questa canzone di Gianmaria Testa?
Ho scritto “Famme giocà” pensando ad una donna che vuole “giocare” con libertà e leggerezza. In questo caso è la donna che lo sta decidendo ed è lei stessa che chiede all’uomo di non pensare troppo al domani. La forma dialettale ben esprimeva la spontaneità e la naturalezza del contenuto! “Se questo non è amore” porta le firme importanti di Gianmaria Testa e Guido Guglielminetti e ne sono stata davvero onorata. Per me è stata sia una grande responsabilità sia una grande emozione perché quel brano mi commuove particolarmente.

Andiamo nel privato. Quali sono i tuoi studi o cosa fai nella vita?
Ho studiato pianoforte, teatro, canto frequentando varie accademie, soprattutto a Roma. Sono inoltre laureata in Lettere Moderne. Insegno canto, lavoro anche in ambito sociale e curo progetti artistici e culturali in varie scuole.

Musica al femminile: pensi che ci sia meno attenzione per le cantautrici e le interpreti italiane che non hanno l’etichetta di “Big” della musica italiana?
Il mondo e il mercato musicale sono molto cambiati in questi anni. Ammetto che la strada è spesso dura e che ci sono realtà che andrebbero ascoltate e conosciute ancor più. Sento in ogni caso di aver avuto già un’attenzione che mi rende profondamente grata. E sento di aver fatto un lavoro che mi ha regalato bei momenti e che mi sta dando belle soddisfazioni. Soprattutto sento di aver lavorato a qualcosa in cui mi riconosco. E per me è la cosa fondamentale. Concentrarsi su questo aiuta a mantenersi “a focus” e a tendere ai migliori obiettivi possibili. Credo che l’importante ad oggi sia sapersi ricavare uno spazio, mantenerlo, custodirlo e condividerlo al meglio.

Il rapporto con Guglielminetti. Come è nato e quali sono le sensazioni nel lavorare con un grande personaggio della musica italiana?
Il rapporto con Guglielminetti è nato frequentando il suo corso “Production Studio Recording” a Peveragno (Cuneo). Da lì, da fine 2016, è iniziata la nostra collaborazione e ad oggi sono prodotta dalla sua etichetta discografica, la psr factory. Il rapporto con Guido mi ha arricchito sia dal punto di vista umano che professionale. Condividiamo infatti un rapporto di stima reciproca e un lavoro fatto con serietà e attenzione. Condividiamo inoltre tante chiacchierate, bei momenti in studio e momenti conviviali passati insieme agli altri amici e musicisti che mi hanno ulteriormente arricchito (questo album contiene vari “fili magici”, come dico sempre)! L’hanno anche definito il mio “padre artistico” e credo sia in effetti così!