“Slayer A sud del Paradiso”, Stefano Cerati

suddelparadiso.jpg

Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso
John Milton

Ottobre 1988, ricordo mia madre disperata, alle prese con figlio di 14 anni perso in un disco (South of heaven ) che mi diede la definitiva spinta verso l’estremo sud del mondo thrash. Un fulmine immediato che, ancor più di Hell Awaits, mi coinvolse definitivamente, non solo per i luciferini battiti di Dave Lombardo, ma anche e sopratutto per meravigliosa opera di Larry Carroll, autore di una copertina che rappresentava (e, a dire il vero, continuava a rappresentare) un rarissimo istinto rabbioso ed antisociale di un mondo (per dirla come Kerry King) avvelenato dalla religione, dalla guerra e dalla sociopatia più estrema.

Stefano Cerati, autore di questa nuova release edita da Tsunami Edizioni, sembra voler partire proprio da South of Heaven, opera quarta di una band storicizzata dai tempi, in grado di trascinare la propria coerente attitudine attraverso gli ultimi tre decenni. Una storia lunga e ben definita, in cui il quartetto americano, spesso tacciato erroneamente di razzismo,sessismo, nazismo e fascismo, non ha fatto altro che raccontare storie scomode, estreme e minacciose, oggettivizzandole, senza mai promuovere apologie o soggettività narrativa.

La controversa realtà slayeriana viene raccontata dall’autore di questo A sud del Paradiso attraverso l’analisi cronologica degli undici album, qui separati da metaforiche pagine nere. Un vero e proprio saggio immediato e mediato da un accorto e ben riuscito sviluppo analitico sul songwriting, sulle sonorità e sui particolari eventi a corredo della genealogia di Tom Araya e compagni. Il libro, impostato sulla modalità espressiva della collana Pensieri e Parole de Editori Riuniti, raccoglie estratti mirati dell’arte creativa della band, alimentando la voglia di curiosità, tra aneddoti, indiscrezioni, storie bradburiane ( come ad esempio la vicenda del rogo indiano di Christ Illusion) e tragiche fatalità (legate all’ 11 settembre 2001).

Un’opera che, magnificamente immortalata dall’arte visionaria di Marco Castagnetto, si offre ai propri lettori come specchio reale e coinvolto di una tra le più importanti ed influenti band metal di tutti i tempi, riuscendo a dare l’opportunità di curiosare attraverso cover e B-sides che hanno attraversato il ciclotimico andamento musicale, partito dal mondo speed-thrash degli esordi, sino al più classico ritorno alle origini, voluto a forti tinte poco dopo le mal digerite influenze nu-metal.

Insomma un vera e propria storia verista rafforzata da una straordinaria coesione concettuale, più volte sottolineata dalle escursioni tematiche che la band ha raccontato nei propri dischi.