“Who shoot ya?”, recensione

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All’ombra della lanterna, oramai da quasi due lustri, vive vitale un’interessante realtà editoriale, dedita al mondo socio-culturale, alla narrativa e al cosmo musicale. Si chiama Chinaski Edizioni e dal 2004, anno di fondazione, occupa gli scaffali con le proprie collane editoriali. La creatura, fondata dalla sinergia di Federico Traversa, Marco Porsia e Francesca D’Ancona, si pone come obiettivo quello di pubblicare buoni libri in assoluta libertà. La produzione si basa fondamentalmente su quattro collane principali che, attraverso metodologie ed approcci diversificati, riescono a dare spazio a giovani autori italiani, attraverso tematiche spesso crude, definite attorno ad una forte valenza sociale. A questo si aggiunge il mondo del Giallo & Nero dedicato al noir, i contenuti sociologici di Fuori Collana e lo spazio dedicato alle biografie musicali, di cui oggi inizieremo ad occuparci.

Proprio nel reparto Voices ritroviamo Federico Traversa alias F.T. Sandman e Andrea Napoli, autori di questo nuovo Who Shoot Ya?, opera incentrata sugli eventi legati agli omicidi di Tupac Shakur e Notorius B.I.G.

Il libro, strutturato in maniera semplice e diretta, con un saporosità noir non troppo dissimile all’ammaliante metodologia di Carlo Lucarelli, racconta nelle sue 150 pagine gli anni in cui la logica folle delle faide tra East and West Coast avevano raggiunto il loro l’apice.

Minacce, sotterfugi, follia, paranoie persecutorie, vendette e corruzione… troverete tutto questo tra le parole di un libro corredato da una selezione limitata di immagini, perché, una volta tanto, a parlare sono più le congetture e le idee. Infatti, il volume offre ai lettori uno sguardo oggettivo sugli accadimenti, riuscendo in funzionale sintesi a ripercorrere le vite dei protagonisti, attraverso il loro underground problematico, che farebbe impallidire i nostrani rapper di periferia.

L’analisi effettuata da Traversa e Napoli ci invita ad affrontare le dinamiche, gli errori e i misteri che avvolgono le ultime ore del duplice omicidio; gli autori ci offrono un breve sguardo alla biografia di Tupac e Big Smalls, riuscendo ad inquadrare i due personaggi, incastonandoli nel problematico habitat nativo. La violenza vissuta tra Baltimora e Oakland, le pantere nere ed il bipolarismo caratteriale di Tupac si fondono alla Brooklyn immersa nel crack da cui Christopher George Latore Wallace riesce ad uscire indenne, tra abilità e fortuna. Un incredibile e funesto parallelismo tra due rapper avvolti (in maniera per certi versi differente) ai propri mentori musicali (Suge Knight e Puff Daddy), Re Mida ancora oggi avviluppati ai molti interrogativi irrisolti.

Il libro si avvale inoltre di una felice (ma ahimè breve) escursione tra le gang e di una preziosa testimonianza di Greg Kading, l’ispettore della Lapd che, proprio di recente, ha “risolto” il duplice caso. Infatti proprio la parte conclusiva dell’opera riesce a chiarificare le ombre offuscate, che ancora oggi rendono la morte delle due leggende rap uno tra i casi americani più seguiti dall’interesse mediatico.

Dunque con Who Shot ya? siamo di fronte ad un libro che va ben oltre l’anima hip hop delle ultime generazioni, riuscendo ad incanalare il pathos espresso da George Tillman Jr., palesando un’attenta ed approfondita analisi socio-antropologia del caso, avvicinando inevitabilmente anche i profani alla realtà rap d’oltreoceano, essenziale punto di partenza per arrivare a comprendere e conoscere un mondo talmente surreale, da superare la finzione filmica in cui Tupac spesso si è ritrovato a recitare.