A Che Ora Arriva Il Dj? – Petralana

cover cd

Piacevole sorpresa questo nuovo disco dei Petralana, band fiorentina che, devo ammetterlo, non conoscevo affatto prima di poche settimane fa e che conta nella propria line up quattro musicisti decisamente dotati ed estrosi. Il loro stile, che definirei cantautorale, alterna momenti delicati, per lo più prettamente acustici, a momenti maggiormente ironici che sanno virare verso un sano rock, a volte anche energico. La prima nota piacevole è la voce del cantante Tommaso Massimo che di volta in volta, a seconda del mood del brano, sa avvolgere l’ascoltatore, o intrattenerlo nei momenti più giocosi fra i quali senza dubbio spicca la title track (nonché primo singolo), il cui testo credo valga la pena sinteticamente di raccontarvi.

La band si lancia in una sorta di simpatica apologia della musica indipendente immaginando che la propria musica possa essere bistrattata, a favore di quella artificiale proposta da un Dj affascinante e atteso dalle donne spettatrici di un’ipotetica serata live. Musicalmente, poi, ogni membro della band dimostra di saper suonare sul serio (e non certo per scherzo) a partire dal bassista e produttore Guido Melis, le cui note aprono alla grande il brano. Geniale.

Fra i sopra citati momenti più dolceamari, c’è invece l’episodio piazzato all’inizio del disco, “Albe Affollate” che, sulle note di una cadenzata chitarra acustica (sempre suonata da Massimo) e il violino sognante di Marco Gallenga, descrive una mattinata in giro per una Firenze deserta, col sole che inizia a salire e la città che lentamente si risveglia. Poetica.

Il ritmo cresce leggermente in “Pensiero di te” che racconta malinconicamente come un amore possa ispirare le parole di un cantautore e nutrire le esperienze di un week end passato insieme, fatto di brevi ma intensi momenti, quasi come a rubare il tempo da poter vivere insieme. La canzone sembra trattenere un’ansia rock che tuttavia, volutamente, è solo accennata senza esplodere mai. Intensa. La perla dell’album, a mio avviso, è invece “Italia mon amour”, storia di un amore nato in un quartiere, sin da bambini, ma ormai tristemente finito (…“fra la polvere e l’odore tuo che non si può dimenticare”). Deliziosa. Il vortice di “Numero 8”, con la sua spirale di violini e chitarre elettriche, la storia (quasi folk) dell’ex galeotto “Tom”, così come la ballata “Sarai contenta tu di me” e l’ermetica “Birra e patatine” (bello l’assolo psichedelico nel finale) incorniciano un disco che vale la pena ascoltare e riascoltare per coglierne, ogni volta, piccoli e nuovi segreti.

Per una volta direi che il Dj sarà meglio rimandarlo a casa per restare volentieri ad ascoltare questi quattro sorprendenti giovanotti con le loro otto storie emozionanti e mai banali.