Abobe the tree “Into the nature”, recensione

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Il disco è il frutto di un attimo di sospensione immerso nella solitudine silenziosa della natura e un camino.
Dopo qualche tempo torniamo (molto volentieri) a parlare di Musica per organi caldi e delle sue interessanti releases. Dal cilindro poliritmico della label-distro ultimamente è uscito Into the nature di Above the tree. Tranquilli oh voi che non amate il black metal! Qui siamo in territorio alternativo.
Il project Above the tree rappresenta una sorta di one man band, dietro la cui maschera si nasconde Marco Bernacchia , poliedrico artista a tutto tondo, che attraverso un universo composito di inconsuete sonorità ha dato vita ad una curata e convincente mescolanza di elettronica acustica. Ciò che può apparire una sorta di ossimoro è in verità il punto di partenza del sognate mondo favolistico di Pernacchia; infatti la sua realtà è avviluappata attorno una trasversalità compositiva, che ritrova le sue radici nel blues, non banalmente inteso né tantomeno autoreferenziale, ma bensì adeguato a tempi alternativi e a tratti minimalistici, proprio come l’arte grafica che accompagnano la cover art ed il suo minibooklet.

Il disco, registrato nella parte più fredda del 2010, racconta di canzoni strutturate durante i viaggi tra un tour e l’altro in una casa in montagna sulle Alpi, da cui si riescono ad osservare fronde di alberi secolari, solo affacciandosi alla finestra per valicare idealmente una montagna. Proprio in quei momenti di calma, si generano energie interne straordinarie di riflessioni e contrasti , e proprio da queste ha preso vita Into the nature EP.

L’extended played offre sei tracce che sorprendono indirizzandoci inizialmente verso un cantautorato american indie. Il sapore indipendente che trapela auree canadesi, ci porta nel territorio di Sufjan Stevens. Le note raccolte in Sinking wrek story appaiono infatti incastonate in un soft rock alternativo, a tratti onirico e trascendente, legato a quella sperimentazione posata tipica dell alt- country . Piccole note che sembrano cadere sui rami di questi alberi immaginifici, attraverso un sottile scrosciare di sonorità invitanti, sino ad arrivare ad un utilizzo proto decomposto di una sei corde, atta ad alimentare la sperimentazione. L’autore offre una particolare modalità d’esecuzione classica e al contempo attraversata da intuizioni inusuali.
Anche la voce sembra intervenire con le sue note alte per dare credito ad una sonorità piacevole sin dal primo ascolto. Palesemente lo-fi ed essenziale, questo disco finisce per utilizzare delle note scarne e apparentemente semplicistiche, unite ad un uso della chitarra ritmata e pressoché indie.
Marco si mostra bravo sia nella cavalcante andatura tra cori d’armonizzazione, sia nei ritmi più concettuali d’ipno-rumorismo. Difatti, tentativi noise che interrompono l’armonia delle prime tracce attraverso un uso delle sonorità alquanto disturbanti, si alternano all’intervento di suoni tipici, sino ad arrivare ad un contrasto ruvido che si ancora ha in 1943-1971, in cui il rumorismo diventa più presente, forse eccessivo rispetto alle aspettative.

Subentrano poi una serie di strumentazioni non convenzionali che promuovono una serie di sonorità di fervente ansia verso un futuro imminente.
Infine con Hole in the sun ritorniamo all’indie sofistico. La voce sembra subire influenze Sparklehorse, tra strutture pacate e soffici, ma al contempo vitali, tra una serie di passaggi che ci portano alla chiusura di Back to Nature , dialogo intenso tra le corde, per un insieme di arpeggiata metodica ridondanza, in cui la voce funge da armonizzazione per un brano piacevole e ben riuscito

Il disco riesce definire un itinerario sonoro atto all’esplorazione quieta e solitaria del sound, senza ricorrere a sensazionalisti o provocatori approcci rumoristici, evitando di tralasciare la concettualità legata a tradizioni e impalcature folkeggainti.

Tracklist :

01 – Sinking Wreck Story 5.23
02 – Spaghetti Western 2.38
03 – Birds Like Green 2.59
04 – 1943 – 1971 (Jimmy Alive) 3.09
05 – Hole in the Sun 3.24
06 – Back to Nature 4.07