Arcane Of souls “Cenerè”, recensione

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A man, a musician, an anagram.

“Che non si conosce e non è possibile conoscere, occulto, misterioso”.

Questa è la definizione che l’enciclopedia Treccani da del termine arcano. Un monicker destabilizzante e surreale che mostra di sé il proprio valore nascosto, ricamato attorno all’anagramma del suo autore. Infatti Cenerè, si presenta come rinnovato spirito espressivo del project di Alfonso Surace, ex chitarra di Torquemada e SakeSeed. L’artista, pronto a ridefinire l’allegoria di una vita vissuta, mostra influssi, spostamenti e mescolanze artistiche che paiono essere la base espressiva di questo disco promosso da Macramè Trame Comunicative.

L’autore calabrese, tra cantautorato underground, rock e blues, giunge a distanza di 3 anni alla sua seconda fatica artistica, pronta ad offrirci 9 tracce consapevolmente vicine a sentori passatisti.

Il full lenght è aperto da L’oro in bocca con la quale l’ascoltatore viene sospinto da agevoli coralità, pronte ad incontrarsi su spazi rock(abilly), qui velati e celati da striature elettriche, abili nel definire un fade out armonico e coinvolgente quanto la struttura ponderata di Maggio e la cripto psichedelica di Gennaro. La traccia, lanciata come singolo, ci restituisce un percorso espressivo lineare ed arioso che a tratti ricorda le sonorità di Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami più, mentre il taglio emotivo giunge a donare chiarezza ad un sapore vintage, che, tra spigoli acuti e linee graffiate sarebbe piaciuto a Rino Gaetano.

Il disco sorprende per le idee che porta con sé, diretto e lontano…molto lontano dalla banalità, proprio come dimostrano le ottimali venature indie di Lunatico Romantico Stomp, in cui si si cita con il titolo Lucio Dalla e con l’espressività il mitologico Freak Antoni. Ma le aspre durezze vengono mitigate dalla dolce esposizione di Respirare, in cui le toniche donano calore alla reiterata linearità dell’arpeggio, reale fil rouge di un percorso rafforzato da chorus e cambi direttivi.

Non mancano poi gli intarsi più prettamente classic rock di Settembre, sonorità strappate, eco e back voice, né considerazioni nuvolari ed acute, poste al centro di Opera, chiusura (forse) poco in linea con il riuscito platter.

Insomma, un disco che racconta con accortezza e cautela i propri ricercati stati d’animo, attraverso sonorità inusuali, in grado di narrare con sinergica vitalità note e parole.

Tracklist

L’oro in bocca
Maggio
Gennaro
Povero me
Lunatico romantico stomp
Respirare
Sintomatico
Settembre
Opera