Black eyed dog

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A black eyed dog he knew my name
A black eyed dog he knew my name

Il nostro viaggio parte proprio da qui, da uno dei migliori songwriter di sempre, sottovalutato e poi riscoperto dopo quella notte al Tryptizol. Infatti, non è mistero che i Black eyed dog fondano le proprie radici in quel mondo sottile di Nick Drake, compianto artista dalla luna rosa. Proprio dall’artista birmano Fabio Parrinello e soci sembrano voler rapire quelle atmosfere poetiche e a tratti eteree, tipiche di un certo tipo di alternative, che oggi, dopo quasi tre anni, torna nuovamente a far parlare di sé attraverso le musicali idee di Anna Balestrieri e Alessandro Falzone, parti rodate di un meccanismo che rispetto a Love is a Dog from Hell e Rhaianuledada (Songs To Sissy)”, sembrano riuscire a produrre un lavoro ancor più diretto e per certi versi più maturo. Un platter che tralascia il sentiero della docilità, per esporsi su piani integrati, che sorprendono e convincono attraverso un disco che si sviluppa su corde distorte e accenti ben calibrati

L’opera terza della band, edita dalla sempre attenta 800ARecords, si veste di luce propria grazie anche alla buona art work, capace di fondere sensazioni post-apocalittiche e tribali sguardi passatisti, perfetta metafora del mondo racchiuso nelle 10 ammalianti tracce prodotte da Fabio Rizzo. L’insieme di sensazioni che fuoriescono dalla copertina si allegano bene all’auto definizione di Punk Romantic Psycho Blues, favolistico viatico musicale in cui effervescenti sensazioni umorali si mescolano tra loro promuovendo brani diretti come When i was married to you, traccia d’alto livello emotivo e compositivo, che con le sue moby sensation propone un andamento ciclico e cadenzato, appoggiato sulla calda voce caveiana. Un magnifico brano d’overture che si inerpica verso una saturazione di note. Azioni soniche che si fanno declivio attraverso un fade out capace di raccogliere ottime sensazioni, per poi tuffarsi tra le braccia di Turns you on. L’andamento blandamente rumoristico offre poi interessanti passaggi proto industrial, allineati attorno ad un sorprendente papier collage che traccia le sensazioni resofoniche di Dixie Gipsy, Babe ed il sapore d’oltreoceano di Blowing horns in heaven. I suoni carichi ci conducono poi verso la dolce melodia di Heather, di certo tra le migliori release del nuovo disco, da cui partono sensazioni A toy orchestra che ritroviamo anche in Paper cuts, light green, brano che da solo vale il modico prezzo del cd. Le sensazioni sonore si sfaccettano infine nel prosieguo del disco, da cui emergono vocalità Davis (Sister)e beat anni 90 (War child), potenziato da un ottimo lavoro al drum set.

Insomma..un disco che trova il suo maximum nei tempi dilatati e nel tentativo spesso riuscito di definire una narrazione attraverso un meltin’pot di pathos e rabbia che va a chiudersi con un inattesa ghost track dall’andamento alternativo alquanto influenzato da un certo tipo di elettronica applicata ad una via industriale.

…Pertanto, valutando ad oggi l’operato della label palermitana mi sento serenamente di consigliare la sottoscrizione dell’abbonamento vitalizio lanciato dalla 800A Records, che prevede a soli 23€ di tutte le future produzioni dell’etichetta…per una geniale e futurista metodologia di marketing.

Tracklist
1. When I Was Married To You
2. It Turns You On
3. Dixie Gipsy, Babe
4. Blowing Horns In Heaven
5. Heather
6. Crazy To The Bone
7. Sister
8. Land’s End Sanctuary
9. War Child
10. Paper Cuts, Light Green