“Black Metal Compendium Vol.3” Ottolenghi-Vavalà, recensione

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Nella simbologia il triangolo sembra rappresentare la manifestazione del ritorno all’unità primordiale, quell’unità arcaica che nel mondo Black Metal si trova nello storico Hellvete. Infatti, proprio con il terzo vertice della trilogia creata dalla coppia Ottolenghi-Vavalà si va a chiudere un lunghissimo viaggio, partito dalle ceneri di Fantoft per attraversare luoghi impensabili, eventi folli e nichilismo creativo.

Un microcosmo che volge il proprio capo verso il fuoco infernale, mostrandoci anime corrotte e divergenti, in cui il serpeggiare del nero sembra avvolgere in maniera lineare e fagocitante gli astanti.

Il terzo volume di Black Metal Compendium, a mio avviso il migliore della triade, mostra come l’evoluzione del genere abbia ridefinito i propri contorni a causa di latitudini differenti rispetto a quelle originarie, evidenziando come le differenze climatiche, geografiche, tradizionali e religiose abbiano pesantemente influito sulle sonorità black, mostrandosi a tratti più aliene rispetto alla nostra cultura. Vi basterà leggere (ed ascoltare) realtà come Sigh e Seed of Iblis per rendervi conto di come le gelide atmosfere nordiche abbiano subito nuove strutturazioni, inseguendo, peraltro, inusuali nemici da combattere.
Il nero morbo, spinto come da tradizione da un radicale individualismo e da un sentito odio per le convenzioni, continua a mostrare mutazioni stilistiche che, se da un lato segnano l’abbandono del corpsepaint, dall’altro mostrano radicalizzazioni nazionalsocialiste, sino a giungere alla cruda realtà della Jihad.

Il sentiero disegnato da Tsunami Edizioni ci invita, come da attesa, tra le terre lontane di Sabbat e Abigail sino alla follia destrutturata di Cogumelo Producoes, passando tra le trame distorte del Black Twilight Circle.

Così, sedendoci nella stanza del trono al fianco dei lupi, avremo ancora la possibilità di scoprire e riscoprire album germinali attraverso l’analisi competente degli autori che, ancora una volta, mostrano le ombre di un genere da sempre controverso e avulso dalle usuali logiche creative.