Cadavoracity “Remnants of chaotic Apogee”, recensione

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Proseguiamo il nostro viaggio tra le pieghe putrescenti della Permeated Record attraverso le note dei Cadavoracity, brutal metal band indonesiana giunta finalmente al proprio full lenght di debutto. Il terzetto di Bekasi giunge a noi attraverso strutture torture-gore che fungono da fulcro a bramosie efferate, tipiche del genere. Attivi dal 2012 la band orfana di un vero e proprio drum set mostra le proprie idee mediante un disco avvolgente e marcatamente ispirato al mondo Disgorge, innestato tra deformazioni estreme e “Putride” espressività, grazie alle quali la band imposta i propri riff di stampo slamming su intelaiature brutal.

“L’isteria ha inizio” senza mezzi termini attraverso esplosione immediata di Hysteric Global Disfigurment che, senza climax né passaggi, porta l’attenzione immediata verso un impronta cruda e battente del drum programming, che alterna grezzezza a (pseudo) blasting. Gli ottimi passaggi della bass line si ergono in maniera inusuale dalle note di Neglecting the inoquitous delusion, i cui spiragli violenti paiono intensi e trainanti, trovando nell’entusiasmo espressivo un “fiume di sangue” su cui scorrono gli oscuri cieli di un songwriting, incentrato verso una definita animosità gore.
Se poi i rimbalzi claustrofobici e sofferenti di Shere of blood feast sembrano nutrirsi di rapidi giochi balance e narrazione Barnes style, con Remnants of chaotic apogee si orienta il viaggio verso una sempre più definita impronta gutturale ben armonizzata da Sebastian Guarin, guest vocal di impatto. Tra le migliori parentesi di questo disco annoveriamo, inoltre, la fulminea Obedience in defining filth, specchio visionario di un oscurità pece, in cui la voce di Deddy offre il miglior lato di sé, mostrando una straordinaria vena espressiva, acuita dallo sdoppiamento narrativo che tra stop and go appena accennati, definisce cambi direzionali in grado di cogliere al meglio sfumature cromatiche distintamente brutali.

Il featuring di Paolo Chiti (Devangelic) si allinea poi ad una curata visione distopica di quel mondo raccontato dalla fervida mente di Jon Zig, abile nel ricorrere a sviluppi caustici di una abominio marcescente e ineluttabile, che trova nella sua essenza finale curiosi giochi sampler e un movimenti distorti e perduti della sei corde.
A chiudere il disco, infine, è una curiosa rivisitazione di Dawn of ash traccia rinata dalle ceneri musicali dei Liturgy, qui parzialmente spogliati della loro essenza annichilente, ma riassembrati mediante un approccio letale quando il full lenght tutto.

Tracklist :

01. Hysteric Global Disfigurement
02. Neclecting The Iniquitous Delution
03. Remnants Of Chaotic Apogee
04. Sphere Of The Blood Feast
05. Neuroanatomical Abnormality
06. Obedience In Defiling Filth
07. Obsessed Thee Arranged The Violence
08. Extermination By The Scavenger’s Daughter
09. Dawn Of Ash (Liturgy Cover)