Choosing death

cover

“Tutto quello che ci interessava, per la verità, era andare sempre più veloci…”

“Il nostro unico obiettivo era infastidire la gente, farli scappare tutti a casa…”

“Ci piaceva atteggiarci da personaggi malvagi e scioccare la gente,…facevamo cose che nessuno si azzardava di fare, solo per scandalizzare. Non si trattava soltanto di musica: la musica era una parte importante del tutto, ma il nostro era uno stile di vita vero e proprio”

Quest’anno, sotto l’albero tra le palline rosso-oro, ho avuto il piacere di trovare quello che ad oggi reputo uno tra i migliori libri sui generis. Un gustoso iter storiografico della musica Grincore vissuta parallelamente all’evolversi morfologico del Death Metal. A fornire agli appassionati del genere la traduzione del statunitense Albert Mudrian ci ha pensato la Tzunami Edizioni.
La casa editrice milanese, da qualche anno, ha avuto il merito di proporre straordinari libri legati al mondo della musica, con un occhio particolare al mondo metal; tra i molti titoli a disposizione ricordiamo “Slayer”, “Lemmy” e “Moshpit”, che assieme a molti altri rendono la Tsunami (http://www.tsunamiedizioni.com) tra le più ridenti ed importanti novità degli ultimi anni.

Tra le punte di diamante del roster letterario, possiamo certo annoverare questa “(Im)probabile storia del Death Metal e del Grindcore”, sapientemente narrata, partendo da quella Birmingham anni ’70, in cui il proto punk ha iniziato a solcare quel tracciato che ben presto ha finito per incrociarsi al mondo dei Napalm Death. Il viaggio, nel suo evolversi, sposta l’attenzione dal Regno Unito sino all’America di Chuck “Evil” Schuldiner, per poi ritornare nel vecchio continente, abbracciando crisi e nuove tendenze.

La freschezza del narrato permette al lettore di entrare nei confusi e umidi garage d’oltreoceano, dove hanno mosso i primi passi band di culto come Death, Morbid Angel e Possessed, che con “Seven churches” hanno dato mostra di sé come il primo album propriamente Death, grazie all’oscura violenza del primo esperimentale growling.

Le pagine scorrono veloci attraverso una corposa serie di testimonianze, che regalano agli Headbangers e a semplice curiosi, una viatico ben documentato che riesce ad abbracciare buona parte delle origini del genere, senza però avere supponenti necessità di esaustività. Una storia i cui tempi e le cui modalità ripercorrono gli sviluppi del tape trading, passando, senza soluzione di continuità, dai Carcass ai Deicide sino agli Obituary e ai Repulsion.

A compendio della cronaca, ritroviamo inoltre una serie di fotografie in scala di grigi, che fungono da nostalgica citazione delle vecchie ‘zine fotocopiate e distribuite nell’era in cui internet non era neppure un miraggio.

Il libro (ripeto…Magnifico!) si chiude con una discografia essenziale di buon peso, ma apre senza dubbio una crepa nostalgica, per tutti coloro che, come me, ricordano ancora quando si andava nel negozio di dischi a cercare vinili di qualità, curiosando e scoprendo, gustando e “spremendo” il disco, attraverso la sua copertina, i testi e i gli odori di un prodotto che ha dato a noi della prima ora un gusto indimenticato, che un freddo e insipido mp3 non darà mai.