Dainese Silvia

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Vi è capitato di rendervi conto che Striscia la notizia è in ferie? …e che la trasmissione sostitutiva si chiama “Cultura Moderna”? Forse vi chiederete che cosa c’entra il palinsesto di Mediaset con Silvia Dainese…beh, se vi è successo di vedere le prime puntate, avete già capito che, tra le guest star si è ritrovata la promettente cantautrice genovese, con la sua “Parto per la luna”, naturale singolo estratto dalla raccolta “Demo 2002-2005”.

Il mini album, chiuso tra le pareti cartonate di un slim digipack, è dominato dalla bella illustrazione di Daniel Egneus, che rende immediatamente l’idea di un work art piuttosto attento ai particolari. Il disco, nato dalla fervida mente artistica della Dainese si avvale di Rocco Costarelli al basso, Federico Foglia alla batteria e all’ispirato Rossano Villa al trombone e fisarmonica. Le sei track di questo demo, che ha più le fattezze di un EP, ha in se il gusto delle parole in libertà, velate di sentimenti mai esasperati, senza sonorità invadenti o ripetitive. I brani, infatti, raccolgono i semi del blues, del folk, del pop e addirittura ci si può ritrovare escrescenze punk. L’incipit del disco si sviluppa su metriche pop folk, utilizzato per narrare l’introversa esistenza di un’artista che cerca di complementare la comunicazione di stampo verbale, con quella pittorica (“ ho problemi a parlare di me/e ne parlo con la tela”). “Ti odio tra virgolette” invece richiama l’essere recitativo della voce di Silvia, ben supportata dai fiati e da incursioni elettriche nel mondo acustico. Ben più energica appare “Lo ritengo impossibile”, divertissement che per via delle dissonanze vocali, ma anche a causa di melodie più informi, riporta un idea di P-Funk anni 90. Con “Parto perla luna” l’artista ritorna con delicate e gentili note, sfondo di una bislacca narrazione che come ne “Inventario” dei La Crus, elenca una serie di oggetti da portare con se per un viaggio sulla Luna. L’album si chiude con la breve ma preziosa “Colore viola”, il cui giro di accordi riporta alla mente “Colpa d’Alfredo”, senza però avere nulla di italian pop rock, vista la melodia meno mainstream del Vasco nazionale.

Insomma un cd interessante sia per i testi che per le musicalità, narrate da una voce particolare che similmente a Carmen Consoli, ritrova nei vocalismi inusuali un originale cantato, che può sorprendere se riesce ad acquisire maggior sicurezza in se.

Tracklist

Piango rido quando respiro
Ti odio tra virgolette
Fondo del bicchiere
Lo ritengo impossibile
Parto per la luna
Colore viola
Intervista

1) Chi è Silvia Dainese?

Quando lo saprò con certezza ti contatto! Per ora posso solo dirti che Silvia Dainese è una ragazza che se non si esprime con creativà rischia il soffocamento.

2) Come è nata l’idea di un demo come questo? Quali sono state le difficoltà della sua genesi?

L’idea di autoprodurre questo demo è scoppiata all’improvviso.

Questo demo raccoglie alcuni dei brani che ho scritto e scelto, registrati tra il 2002 e il 2005. Un periodo che ricordo con immenso piacere musicalmente parlando perciò ho deciso di inserire questi brani all’interno del disco con i loro pregi e difetti. Provini registrati con Federico Foglia, musicista genovese! Collaboro con Federico dal 1996, andai da lui a registrare il mio primo demo!

Dalla fine del 2002 al 2005 sono stata sotto contratto con una Major e mentre portavo avanti i miei progetti con la mia band, i concerti, lo studio, la registrazione del nuovo materiale per loro, mi sentivo felice ma allo stesso tempo vivevo in uno stato di insoddisfazione. Era una situazione delicata e molto strana. Quando mi sono chiesta se mi sentivo bene, ho chiuso il mio contratto con loro. E’ un esperienza che mi ha fatto crescere molto. Per autoprodurre questo lavoro non ho avuto grosse difficoltà. Il materiale era già praticamente pronto. A parte “colore viola” che ho registrato da sola nella mia cucina di casa a Genova.

3) Come sei arrivata a scegliere un’illustrazione di Daniel Egneus? Cosa volevi esternare con la cover art?

Ho avuto modo di vedere dei disegni di Daniel e mi sono piaciuti subito. Sono una persona molto istintiva. Se mi piace una cosa lo dimostro subito. Cosi gli ho chiesto se gli faceva piacere disegnare qualcosa per me e lui mi ha detto si. “Glu glu glu” è il nome del personaggio che vedete ritratto sulla copertina di “demo 2002-2005”. Per me “glu glu glu” è appena caduta in acqua. Mi sono immedesimata nel disegno. Sono sempre in lotta con me stessa e con quello che mi circonda. Insomma come dire, oggi mi amo domani mi distruggo. Oggi volo domani cado in acqua. Ma le cose negative mi aiutato a farmi capire quanto amo la vita e quanto sia necessario viverla a 1000. Cosi cado in acqua ma è profondamente bello riuscire ad accorgersi di quanto si può star bene in aria o al massimo sott’acqua con la maschera 😛

4) Che cosa è per te il “semplice gusto di” fare musica?

Semplicemente produrre la propria musica. Non dovendo necessariamente seguire un discorso omogeno di suoni o di stile come senti ripetere spesso nell’ambiente discografico. Fare qualcosa per il semplice gusto di farlo.

5) Come la tua arte pittorica riesce ad armonizzarsi con la tua musica? Quanto c’è della tua musica nella tua pittura e quanto c’è nella tua musica della tua pittura?

La musica e la pittura sono due cose diverse ma simili. A volte invece non ci trovo nulla di diverso. A parte gli strumenti che impieghi per catturare l’immagine o il sentimento. Quando dipingo esterno lo stato d’animo del momento come quando scrivo una canzone o una poesia. Quando guardo i miei quadri ricordo esattamente perché ho dipinto. Quando ascolto una mia canzone succede la stessa cosa. Mi piace pensare che quando qualcuno ascolta una mia canzone o guarda un mio quadro pensa a me.

• Per citare un tuo testo…Quali sono i 2 o 3 dischi che porteresti con te sulla luna?

Nel 2006 mi porterei il computer portatile! E sulla luna andrai alla scoperta dei suoni più strani per registrarli! ;-). Poi porterei i dischi di: Jeff Buckley “Grace”. Ti immagini la sua Halleluia sulla luna? (però vorrei anche delle buone casse, si può?) Gustav Mahler “La sinfonia numero V” Un disco dei Lamb o di Prince e l’ultimo di Josè Gonzàles “Veener” che sto ascoltando in questo periodo.

6) Ed ancora… cosa ti fa piangere e cosa ti fa ridere?

Mi fa piangere la sofferenze e mi fa ridere l’amore che provo per le persone o per la natura e i luoghi che vedo o quando riesco a parlare di me e trovo chi mi ascolta. Non mi fanno ridere ma mi danno una sensazione di benessere.

7) Carmen Consoli, Cristina Donà e Ani Di Franco…cosa è significato per te dividere il palco con loro? Quanto hanno contribuito alla tua crescita artistica?

Carmen è stata una delle prime persone che mi ha incoraggiato dicendomi che avevo talento e che dovevo andare avanti. Ricordo con molto piacere quando ci siamo sedute nel salotto di casa sua e con molta naturalezza mi ha chiesto gli accordi di una canzone che avevo appena scritto e insieme ci siamo messe a cantare la mia canzone dandomi preziosi consigli. Ho ancora la registrazione di quel brano! Faceva: “tra storia e verità io sono qua, tra storia e realtà io sono qua…..” ed era il 1998. Aprire i suoi concerti, come quelli di Cristina e Ani, non è stato facile. Ti trovi davanti un pubblico che non è tuo e che non vede l’ora di vedere e ascoltare la musica del suo artista ma sono stata piuttosto contenta, il loro pubblico è stato molto accogliente nei mie confronti.

Ho imparato molto da queste tre artiste.

• Hai mai preso in considerazione un duetto?

In questi giorni sto provando a registrare qualcosa con Christine, la cantante dei Naif. Lei è fortissima, suona il basso, scrive, canta, suona le percussioni, la chitarra. Penso che la nostra fusione possa dar vita a qualcosa di bello. Ma è ancora tutto nella fase imbrionale.

• “Colore viola” è registrata in cucina! Da dove nasce l’idea? Ma il viola non porta sfortuna…scherzi con il destino!?

Ero in cucina che cambiavo le corde alla chitarra elettrica. Stavo accordando quando mi è venuta la melodia che hai sentito sulla chitarra. Ho portato il portatile e l’attrezzatura in cucina e l’ho registrata. Le parole sono arrivate subito dopo mentre ascoltavo la parte di chitarra che avevo appena registrato. La luce del sole filtrava tra i vetri e io ero triste e mi sentivo sola nella mia casa. Il colore viola è un simbolo. Sai, quando muore qulcuono si usa questo colore in simbolo di rispetto e dolore. Il colore viola in questa canzone rappresenta per me un immagine e il dolore di una persona fisica che se ne va.

• Recanati 2001…cosa vuoi ricordare e cosa vuoi dimenticare da allora?

Voglio ricordare il mio sorriso e voglio dimenticare la gonna di jeans che mi ero messa!