Dance for Burgess

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Un gufo psichedelico elaborato attraverso filtri warholliani è la rappresentazione iconografica voluta per il debut full lenght dei lucchesi Dance for Burgess, promettente combo legato alla filosofia produttiva della Mashhh!records, (http://www.mashhh.com/) label molto attenta al caldo sviluppo analogico della musica. Infatti l’etichetta nostrana ha come nucleo operativo la modalità agè di produrre i propri lavori esclusivamente in vinile.

Il gruppo, presumibilmente dedito alla letteratura inglese o più probabilmente al Tim Burgess dei Charlatans, propone una coraggiosa malgama di punk, dance e dark, attraverso stilemi variegati ed influssi disparati, arrivando ad ottenere un disco fulmineo, genuino e diretto, nato tra i fumi londinesi e il verde delle Dolomiti. Infatti il duo toscano è stato capace di raccogliere a se, non solo ispirazioni del passato musical culturale, ma anche sensazioni vitali definite dalla location realizzativa di SSA

Il disco, che probabilmente deve qualcosa al classicismo di Edgar Varese, apre le danze con Ein la traccia probabilmente meno convincente di tutto l’album, tanto è vero che dal secondo solco in poi i Dance for Burgess offrono un efficace climax sonico. Primo tassello di questa struttura stabile è proprio I’m wired, in cui l’utilizzo del basso rende merito ad un’atmosfera cupa e nereggiante, che per certi versi si rifà alle sonorità dei primi Cure. La verve tanto new wave quanto dark finisce per deragliare in un modernista electro-beat, evidenziato dal sapiente utilizzo trivellante della batteria elettronica.
Con Cocktail flu l’ensamble italico si porta verso un alternative noise, tra storpiature sonore e scheletri fedeli al monicker, per un disco vario e capace di spaziare attraverso diversificate contaminazioni, come dimostra palesemente la costruzione di Twisted shark , annoverabile tra le tracce più convincenti. Fondamentalmente un grezzo punk 77, che vuol richiamare sonorità Buzzcock e Siusi, per poi unirsi ad una forma vocale e timbrica dall’aria molto vicina al dark dei Joy division e di Pornography.Significative sono poi le intarsiature noise all’interno di un brano che trova la superficie per ospitare un space sound introduttivo di buona fattura, similmente alla curata base ritmica e ai piacevoli contro canti.
Il disco prosegue rapido attraverso tracce celeri e trainanti come ad esempio Rats e soprattutto Tapes, che porta con sé una grezzità dal sapore ridondante, che sembra evocare quel Sex and violence degli Exploited.
A chiudere il full ci pensano Toyshop della quale riportiamo l’official video, senza nulla aggiungere e Plrg perfetta quadratura del cerchio, basato su una nereggiante e quasi orrorifica chiusura musicale, che ha il compito di traghettarci in quella terra d’oltremanica così ben definita da chi inglese non è.

Tracce
01. Ein
02. I’m wired
03. Cocktail flu
04. Twisted shark
05. Tape
06. Rats
07. M.I.A.
08. OMGMJ!
09. Toyshop
10. Plrg

Tour

22/12/2010 Pesaro / why not ? W / death in plains
05/01/2011 Trani (Bari) / korova bar
06/01/2011 Napoli / cellar theory
07/01/2011 Cosenza / partyzan – la grange
08/01/2011 Taurianova (rc) / antica tracci