Daniele Brusaschetto Demo ’17

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Brusaschetto torna alle origini (spesso trapelate in questi anni di musicalità sperimentale) riaprendo lo sguardo su un antico amore: la musica metal dalle onde nereggianti di inquiete.

Infatti, questo nuovo Demo ‘17 sembra voler ritrovare il proprio habitat iniziatico inseguendo un nostalgico divertissement, qui definito con semplicità da una piacevolezza narrativa, che si pone come fulcro privo di razionalità ponderata.

A dare incipit al mini disco è il giusto piglio di Stag Beetle, in cui riffing heavy, che tanto deve ai primordi thrash, si unisce ad una voce pulita e narrativa per poi divincolarsi tra gli stretti vicoli di un power trio figlio di diversificati terroir. L’approccio, fondamentalmente speed thrash di matrice teutonica, mostra un curioso connubio tra le armonie vocali, che si inseriscono agevolmente in un sound appesantito ma privo di spigoli e ricco di giochi balance, intuizioni e melodie vintage.

Il sound distorto si dipana poi sulle linee di The unreal skyline, da cui sgorgano filtri riverberi e cambi direttivi. Un tracciato destabilizzante, in cui il riuscito riffing va ad integrarsi con sferzate Kill’em all, per poi voltarsi verso l’intraprendenza di Splattering Purple. La battente traccia riesuma, grazie ad un’ottima sezione ritmica, l’intento sperimentale nutrito da reiterazioni e stilemi non troppo discosti delle frontiere del nuovo metal. Un viaggio iconico inquieto e schizoide pronto a definire la chiusura di questo curioso cd con le note di From a tight angle, che mostra una perfetta angolazione dettata dal drum set di Alberto Marietta e dalle profondità toniche, pronte a giocare con groove e angoli acuti.

Insomma, un disco piccolo nella sua durata, ma maiuscolo nel suo intento