Delta Saxophone Quartet – Dedicated to you… But you weren’t listening

Delta Saxophone Quartet - Dedicated to you...

Moonjune continua a stupirci, ed anche a farci riflettere su un discorso relativo alla musica ed alle etichette cosiddette di nicchia, discorso a cui Music on TNT tiene da tempo e su cui torneremo in breve nel finale. Stavolta è il caso di un quartetto inglese di sassofoni, solitamente dedito alla musica contemporanea e formatosi sul finire degli anni ’80, impegnato qui in un progetto di quelli capaci di dare risultati che spesso vanno dalla pesantezza più insopportabile alla vacuità più o meno ampia di contenuti.

Si celebra qui, non è in discussione, la grandezza dei Soft Machine, gruppo che già definire di jazz-rock è riduttivo, inesatto e improprio e che quindi non definiamo, ma che certamente ha dato luce ad una musica intelligente, lontana da schemi, articolata e densa. Che la celebrazione sia affidata ad un quartetto solitamente lontano da questo genere aumenta forse il rischio, ma determina alla fine dei conti un esito decisamente positivo, all’ascolto di ciò che appare nei fatti come un ulteriore passo avanti possibile a partire dall’ispirazione che la musica dei Soft Machine ha saputo fornire. I brani sono per la maggior parte del gruppo caposcuola del cosiddetto Canterbury Sound, ma anche quando la penna è di uno degli elementi del D. S. Q. non si avvertono sensazioni di discontinuità nell’ascolto, sicché in effetti prende corpo ciò che viene scritto sul retro del CD, quando si propone lo stesso come quella che avrebbe potuto essere la musica di una session d’incontro tra i due gruppi.

La poesia ed il rigore costruttivo ardito ma libero dalle rigidità della consuetudine compositiva che hanno caratterizzato la sostanza dei Soft Machine sono entrambi presenti in questo lavoro, con il quartetto capace di disegnare arrangiamenti fitti ma privi di quell’ammasso sonoro in cui ogni tanto si finisce quando si è troppo presi a far gli intellettuali. Hugh Hopper, tra i componenti anche dell’attuale Soft Machine Legacy, contribuisce con basso ed elettronica in qualche brano arricchendo un’atmosfera che comunque sa bastare a sé stessa, con un utilizzo molto sapiente delle capacità timbriche dei quattro fiati ed un uso intelligente e calibrato delle riverberazioni, a ricordare qui e lì alcuni dei progetti in solitaria portati avanti da John Surman con le sue sovraincisioni. Particolarmente felice risulta anche la ricerca di una resa timbrica realistica dei fiati, che all’ascolto si presentano carnosi e pieni, cosa vera anche per il basso di Hopper che arriva preciso e nitido.

Non ha alcun senso chiedere a questa musica di piacere a tutti, né chiedere a chiunque di farsela piacere, ma questo CD è ricco di idee e testimonia capacità costruttive ed esecutive non comuni.

Fa ancor più piacere che a proporlo sia Moonjune, una label attenta da sempre a proporre qualità e con una evidente e spiccata passione per alcuni ambiti musicali che riesce a proporre mantenendo livelli alti. Ancora una volta il prezzo è un valore aggiunto da considerare, e ancora una volta ci troviamo a parlare di un’etichetta che lavora dentro al mercato ma con filosofie e budget tali da non poter assolutamente parlare di una musica facile, da trovare ed anche da ascoltare.

La ricerca di queste occasioni di ascolto e perfino la fruizione personale delle stesse è un percorso individuale, una strada che richiede attenzione, passione, volontà nel cercare, nell’approfondire, curiosità, desiderio di non fermarsi, di guardare oltre le proprie conoscenze. Insistiamo nel dire che la bella musica non viene necessariamente a trovarci (come pure molta altra bellezza che abita il mondo); andare a cercare, non accontentarsi, girare l’angolo della strada più trafficata e percorrere vie laterali fino a trovare cose buone è più impegnativo ma fa sì che ci si trovi con dei CD capaci di durare nel tempo, e che si abbia a che fare non solo con dei suoni ma soprattutto con la qualità, con una musica capace di dare. Viva quelli come Moonjune (e ovviamente viva chi crede in tutto questo, tra cui ci fa un certo piacere citare Music on TNT!)