Easy Skankers “3ska”, recensione

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Anche se il ritmo Ska è una buona compagnia per ogni giorno dell’anno, molti ancora, forse rapiti da stereotipi stantii, lo considerano legato ad una musicalità esclusivamente adatta alle alte ed afose temperatire estive. Probabilmente però, seguendo questo tipo di ragionamento, non si è in grado di definire più razionalmente quel mondo a scacchi bianco neri, che non solo porta con sé allegria e spensieratezza ma molti elementi che abbracciando la filosofia modernista andando ben al di là di ciò che si ascolta… per citare uno slogan di Virgin radio..se pensate che lo ska sia solo musica..beh vi sbagliate.

Pertanto non pensiate che la recensione appare in luglio perché vittima di questa superficiale visione del ritmo in levare…

Bene ora che mi sono giustificato possiamo passare al mondo degli Easy Skankers, i quali, dopo una serie infinita di vicissitudini, approdano al terzo full length dipinto da colori ska e rifiniture blandamente rock steady, per una leggera narrazione di eventi interposti tra ironia e leggiadria, ispirata all’universo Statuto, ai quali gli Skankers sembrano dover molto.

La band si racchiude all’interno del motto “Lo ska si balla, non si poga”, suggerimento vestito da imperativo che delinea il modus pensandi del gruppo, ponendo le basi verso un chiaro distacco sociale, antropologico e musicale nei confronti del punk e del cosiddetto ska core. Qui l’unica degenerazione concessa è quella (per altro limitata) del rocksteady. Infatti, “3ska” si raccoglie attorno alla leggerezza compositiva, palesabile anche nelle strutture lessicali, spesso orientate al metaforico e al sarcastico senza mai trascendere nel serioso o politicizzato.

Una sveglia e uno sbadiglio, introducono “Ghiro”, storia di un pigro adolescente che non riesce ad affrontare le grosse difficoltà nel vivere la mattina, si rintana in quell’indolenza condita di ska classico divertito e divertente. La traccia introduttiva ci proietta in “3Ska” con gli interessanti intarsi delle trombe ed un hammond capace di riportarci sul finire degli anni 60 menzionati anche dalla seguente “Skatenato”, in cui cenni di Nico Fidenco regolano un puro ska dalla vivace sezione fiati.

Il viaggio nel tempo ci riporta prima nelle sonorità anni 50, con gli influssi rock steady di “Fortuna c’è sempre lo ska” , e poi nel goofellas time con “ Il mio grammofono non gira”, metaforica lirica intesa come falso d’epoca, territorio felicemente già preso in considerazione dalla Malacabeza degli Arpioni e da Ray Gelato e i suoi magnifici muscisti.

Il disco scivola via leggero con “Veronica”, che con la sua semplice rima baciata e ritmo coinvolgente è da considerarsi una sorta di “Piera” dei Easy skankers, tra passaggi in falsetto e back voice. Un brano molto vicino alle evoluzioni degli Statuto, che tornano con la loro influente attitudine tra le note della bella “Alfredo”.

Insomma un disco semplice e piacevole, che nulla toglie e nulla aggiunge al ritmo in levare più classico, che avrebbe potuto offrire qualcosa in più dal punto di vista della postproduzione e degli arrangiamenti talvolta insipidi…ma con gli Easy Skankers ci si diverte e come disse “Nicko Mcbrian”… a chi ascolta non frega un cazzo di come esce il suono!

1)Ghiro
2) Skatenato
3) Fortuna c’è sempre lo ska
4) Veronica
5) Il mio grammofono
6) Alfredo
7) Festa
8) Federica
9) Modette
10) Macedonio ska