Elegy of Madness “Brave Dreams”, recensione

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Il coraggio di vivere i propri sogni attraverso intelaiature fortemente prog e l’applicazione sonora alle più classiche strutture symphonic metal, rappresentano i due nodi focali degli Elegy of madness, interessante band italica, abile nel perseguire una volitività di stampo orchestrare e al contempo un curata attitudine progressiva, innestata sulla potente (e talvolta invasiva) vocalità di Anja Irullo, fulcro matriarcale di questo progetto targato WHD.

Brani armonizzati tra aperture folk (Sinner) e rallentamenti narrativi (For you), pronti ad aprire a mirati interludi filmici (Into the tale), che restituiscono l’arte visionaria dell’ immaginifico fantasy, al servizio di una struttura espositiva che si erge all’apice creativo nell’impronta data da The spirits of the sacred willow. Interessante traccia che, a differenza di quando si offre nella sua naturalezza, evidenzia l’eccessiva cadenza vocale, troppo accentrante e distrattiva. Infatti, tra i brani più interessanti possiamo annoverare proprio la splendida atmosfera della titletrack, in grado di ritmare la linea vocale (almeno per alcune strofe), deliziosamente liberata dalla duratura attitudine liricheggiante.

Brave dreams sembra voler rappresentare uno sviluppo artistico in grado di racchiudere stilemi folk, celati dietro ad un preciso lavoro alle pelli, dalle quali il basso di Alex Martina riesce a mantenere le giuste pulsazioni, come dimostra Red dust, in cui l’introduzione “Depeche” si unisce ad un sostenuto riff nu-metal, diretto a convincere anche per le sue screziature industrial, subliminalmente tagliate da aperture caliginose (I’m walking through the ghost town… ) e tracce nereggianti.

Se poi con Holding your hand la band gioca con strutture meno avvincenti, è con Uomo che il quintetto si offre con spontaneità a chi là fuori vive, ama e respira sinfonie goth, (anche) grazie ad una struttura originale che, per merito del featuring di Statico, presenta una felice commistione con il rap, in una sorprendente arte compositiva che rende il brano un ottimo passo verso un orizzonte florido, in cui cavalcare idee dall’apertura sonora, che sembrano (ma non sempre riescono) voler andare oltre.

Tracklist
1. Suad
2. Sinner
3. For You
4. Run Away
5. Brave Dreams
6. Red Dust
7. Into the Tale
8. The Sacred Wiillow
9. Holding Your Hand
10. 21st March
11. Uomo