En Roco- Spigoli

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Dopo qualche tempo, torniamo a parlare degli Enroco, già apparsi su Music on tnt, con un articolo, che noto ora essere stato letto 1004 volte in 7 mesi, vale a dire da quando la rivista ha inserito il contatore per i singoli artisti.

Buon risultato per una giovane band underground come l’ensable genovese.

Il quartetto, proprio in questi mesi, ha dato alle stampe “Spigoli”, opera terza, sotto l’etichetta della Fosbury Records, che dopo quattro anni di meditazioni artistiche vede la luce della pubblicazione.

A dire il vero, la prima volta che ho ascoltato il disco non ne sono rimasto entusiasta; forse perché disorientato dal fatto che il mio ascolto in questo periodo si è attestato su percezioni musicali molto estreme. Ma conoscendo la band non ho voluto, come di mio consueto, fermarmi al semplice ascolto univoco. Infatti, come molti sanno, spesso la mia lentezza giornalistica è proprio dovuta alla necessità, a mio avviso basilare, di vivere i dischi dall’interno, attraverso un ascolto incrementato, in modo tale da percepirne le sfumature. Così ho lasciato una settimana di limbo agli En Roco, durante la quale un ascolto attento del disco mi ha portato a rivedere le sensazioni iniziali che “Spigoli” mi aveva provocato.

Il disco si apre con “Amica mia”, che ci introduce nel elegiaco mondo degli Enroco. Un semplice e ridondante riff, introduce le grezze corde di chitarra colpite aritmicamente dal plettro. Le note si fondono ad un sound tipicamente indie, con un enclave elettrica di buon impatto, mentre tra le linee di cantato emerge gentile la guest voice di Mario Pizzogo Bavero dei Valentina Dorme, incastonato tra voice e backvoice. Il dialogo tra le due sei corde sembra essere il punto di partenza delle partiture, attraverso una conversazione musicale che appare funzionare al meglio proprio quando i temi salgono di tono, come nell’outro di “Aspro” e “L’immagine di me”.

Non ci si impiega molto a percepire le diverse scelte stilistiche che il gruppo ha voluto definire, virando verso un presunto elettropop che a tratti sembra non riuscire ad emergere a dovere.

Tra i migliori brani spiccano “Gli entusiasmi”, in cui la voce di Enrico Bosio si accosta alle prese vocali di Brian Molko, e la quintorighiana “La dignità”, caratterizzata da un ritmo valicante, ordinato e funzionale con le sue stoppate, i suoi assoli di richiamo e soprattutto un giro di basso implicante quanto le soavi voci, capaci di ammorbidire gli spigoli lessicali, che spesso appaiono nella ricerca pulita del songwriting.

Un disco che segna parzialmente la svolta della band, sposandosi perfettamente con ciò che gli Enroco narrano in “Impazzirai”: “dimentica la logica, riprendi fiato e affidati all’istante, senza più regole nel cuore…”, un disco che oltre a ospitare Richard Colburn dei Belle & Sebastian, riesce ad accogliere suoni delicati come in “Pelle e ossa”, in cui emerge l’anima genuense del gruppo e sonorità rockeggianti come acade in “Quello che non cerchi più”, che anticipa la chiusura grunge-rock di “Rompicapo”, degno finale per un disco vario, curato, tecnico, ma che forse riuscirà a sbocciare definitivamente solo in presa live.

Tracce
01. Amica Mia
02. Aspro
03. Gli Entusiasti
04. La Dignità
05. Come Una Sorpresa
06. L’Immagine Di Me
07. Impazzirai
08. Sudano Gli Occhi
09. Pelle E Ossa
10. Quello Che Non Cerchi Più
11. Rompicapo