Fela Kuti – Zombie

Fela Kuti - Zombie, cd cover.

Quelle poche volte che sono stato baciato da quel gran pezzo della dea fortuna ho provato una sensazione di euforia mischiata a leggerezza, sapete quella sensazione che sia ha dopo aver gustato qualche pinta di birra di troppo……ed è andata cosi anche quella volta che più per abitudine che per convinzione di trovare chissà quale rara lacca mi apprestai ad uscire da una noiosissima lezione di statistica e varcando l’uscita della Sapienza mi fermai a rovistare le pile di dischi di quello spiantato collezionista che e’ solito sistemarsi col banchetto su l’angolo di viale dell’università.

Dovrò ringraziarlo a vita quel vecchio collezionista perché senza quell’Lp che mi apprestavo ad acquistare non avrei scoperto questo fantastico mondo.

Avevo vent’anni e per poche decine di migliaia di lire mi portai a casa della dinamite, roba che scottava, roba che se te la trovano in possesso ti danno 40 anni, della roba che non avevo mai sentito prima.

Il disco in questione è Zombi di Fela Anikulapo Kuti e degli Africa 70. E’ da quell’acquisto che mi è cambiato tutto.

Oggi dopo vari ascolti il disco l’ho consumato ma non mi stanco mai di sentirlo e quando ho un calo delle sette note nel mio organismo abuso ancora di lui volentieri.

Ma non parlo di questo disco solo perché è il vinile a cui sono più’ affezionato e perché per me ha significato tantissimo, ma ne parlo perché è un disco importantissimo per la storia della musica contemporanea, ed ha avuto un ruolo sociale importantissimo nell’attuale situazione politica della Nigeria.
Molti dei più illustri critici musicali lo hanno definito uno dei dischi migliori di Fela,
io non so se è il migliore credo che per artisti del calibro di Fela non sia né facile né indispensabile fare una classifica.

Sicuramente è un disco che sopratutto per chi non ha mai ascoltato questo stile di musica potrà sembrare ripetitivo, ossessivo, incomprensibile.

Bé lo è veramente, quando uscì nel 1978 la Nigeria attraversava un dei periodi più’ complicati e violenti della sua storia l’assassinio del presidente Murtala Mohammed aveva riportato la situazione in un clima di violenza e la politica attuata dal presidente assassinato di non allineamento all’America fu presto riportato sotto la sfera degli Usa dal generale Obasanjo che instauro’ una dittatura militare ferocissima.

Fela attaccò nelle sue canzoni le scelte del generale e dal palco del suo storico locale lo
Shrine dichiaro’ di volersi candidare alle elezione del 1979.

Da quel giorno fino a quando ci lascio Fela fu chiamato dalla gente il presidente nero.
La sua politica che incitava al panafricanismo di Kwame Nkruma presidente dell’indipendenza del Gghana e alla emancipazione degli africani, trovo’ larghi consensi ….Fela riusci nel suo miracolo piu’ grande il non far commettere nessun crimine almeno per un giorno in Nigeria. Il giorno del suo funerale in tutta la Nigeria non si registrarono furti, omicidi, rapine. Al suo addio parteciparono milioni di nigeriani. In Nigeria fare cio’ è cosa grandissima nessun presidente fino ad ora ci è mai riuscito. Il governo di Obasanjo non gli permise di partecipare alle elezioni…..e Fela non fu mai eletto presidente ma per tutti sarà sempre il presidente nero.

Obasanjo all’uscita di Zombie diede ordini a 1000 militari di attaccare la casa di Fela e di dargli fuoco. Fela fu processato come capo d’accusa il governo porto’ la copertina del suo disco che raffigurava uno stivale e una divisa militare.

Ma probabilmente come già successo per gli eroi che vengo uccisi da governi ingiusti questi attacchi portarono a Fela la fama di mito e Zombie nonostante, semisconosciuta ai molti è la più grande canzone antimilitarista mai scritta. Ancor oggi puoi sentirla canticchiare dagli anziani nigeriani, o dai rivoluzionari sudafricani e in gran parte dell’Africa.

In questa canzone Fela paragona i militari ha degli Zombi che hanno perso la loro anima ed eseguono solo gli ordini….

Questa canzone dura oltre 12 minuti ed è un classico esempio di come si possono far cadere tutti i paletti del fare la musica concepiti fino ad allora, Botte di Tromba, Sax, assoli di basso, colpi di shakara, ritmo sincopato come non lo si è mai sentito prima, molti altri hanno provato ad imitarlo ma questa roba è originale al cento per cento perché trasuda del frenetico ritmo metropolitano della caotica Lagos ma sembra anche rievocare le epocali canzoni africane che accompagnavano i riti tribali che conducono in trance. Molti altri artisti dell’Africa pur cimentandosi nel suo genere non sono mai riusciti a superarlo semplicemente perché Fela è un fenomeno, è un mostro, è dissacrante, è pungente, è immortale, è semplicemente colui che tiene in pugno la morte.

L’altro pezzo è Mr Follow cioè colui che viene spinto da altri a fare delle cose ancora in chiave antimilitarista ma chissà quali altri significati potremmo attribuirli altro pezzo di inaudita potenza dell’afrobet allo stato brado.
Sugli altri due pezzi c’è’ da fare un discorso a parte. Iniziamo col dire che i pezzi live sono cosa rara nelle registrazione di Fela e questo già impreziosisce di molto questo Lp.

Ma dietro Observation is not crime che parla di come l’uomo sia stato dotato di apparati per ascoltare per osservare, e che questo non potrà mai costituire un reato, e misteke che parla delle contraddizioni personali e di chi sbaglia in buona fede e chi in cattiva fede, c’e’ tutto un grosso intrigo.

I’m sure you are still sitting down to hear more from us….grido al pubblico che per due ore era rimasto impietrito ad ascoltarlo fischiando e urlando che la sua musica era una brutta copia del disco di quel tempo.

Correva l’anno 1978 e questi due pezzi furono registrati in occasione del Festival Jazz di Berlino.

Questo Festival è stato per anni un degli eventi musicali più’ importanti d’Europa, e Fela fu chiamato a partecipare in rappresentanza dell’Africa, essendo il primo musicista a esportare la sua musica fuori dal continente nero.

La sua performance non fu accolta dal pubblico in maniera entusiasta e sollevò notevoli critiche.

Kuti era arrivato in quel di Berlino con 70 musicisti e 27 ballerine tutte sue spose.
Gli intellettuali dell’epoca erano in totale confusione come poteva un attivista politico come lui muoversi come un capo tribale con tanto di harem?

I critici musicali lo bersagliarono, definendolo un personaggio pittoresco, grottesco, e che musicalmente la sua esibizione era stata troppo lunga, creando noia e scarso interesse, e che la sua musica era una rivisitazione in chiave africana del soul e della disco, che strizzava l’occhio alla musica occidentale.
Secondo altri si sarebbe potuto risparmiare un bel po’ di soldi invitando un batterista inglese Ginger Baker, che per anni era vissuto in Nigeria, uno strano musicista dai capelli rossi che secondo i critici di allora era l’unico musicista in grado di far sentire la vera musica africana.

Questo oltre ad essere una critica razzista ha mostrato quante scarse conoscenze la critica musicale di allora aveva nei confronti della musica africana.
Come si puo’ pensare che un musicista bianco puo’ suonare meglio l’afrobeat di un africano, di chi ha inventato quel genere?

E ‘come dire che un milanese possa suonare come un salentino la taranta… non dico che non ci potranno essere bravi musicisti ma da qui a dire che Baker (bravissimo musicista, e amico di Fela) possa incarnare il ritmo dell’Africa è come dire che io bianco latte ballo meglio la makossa di qualsiasi camerunense. Pura demagogia.

La risposta a questa incomprensione la diete Fela incalzando il pubblico ad urlare e a fischiarlo di piu’:”perchè piu’ fischierete più mi convincerete che la musica che faccio è africana al cento per cento è un prodotto dell’africa ancestrale“.

Ecco Fela è stato questo un prodotto dell’Africa che è stato concepito in epoche remote, ma che vive ancora oggi.
Nessun altro disco avrà questi aneddoti, questi intrighi, questi risvolti, perchè semplicemente Fela è come una pianta secolare dell’Africa e in esso poi trovare un infinita di venature.

Oggi grazie al mercato di internet non è difficile reperire una copia di Zombie per pochi euro; quindi non mi rimane che dire a chi vuole scoprire l’afrobeat puro di acquistarne una copia e buon ascolto a tutti.