Following Friday”Following Friday”, recensione

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Ultimamente stanno arrivando in redazione molti extended played, spesso definito come deformato modulare tra il volere ed il potere. Tra i tanti short disc ascoltati in queste settimane, ritengo di poter considerare degno di nota l’emergente viaggio dei Following Friday che, con il loro omonimo Ep, arrivano alla distribuzione e pubblicazione grazie alla Alka record label. L’etichetta ha voluto dar spazio alla voce di Luca Tampieri e soci, attraverso questo interessante minidisc, apparentemente volto al divertissement ed alla concettualità liberatoria del venerdì sera, metaforizzata dalla cover art, tanto semplice quanto aperta alle interpretative luci sfocate di un’appannata movida giovanile.

Il disco offre un ossatura prettamente poprock, tra sensibili variazioni pop-punk e power-pop, senza dimenticare sviluppi elettronici e blande contaminazioni eterogenee. Quattro semplici e dirette tracce volte all’emersione dal substrato territoriale.

In merito agli obiettivi che una band come i Following Friday può imporsi, vale la disquisizione che è stata portata a termine con la recensione dei A memorable day. Anche in questo caso l’ idea (probabilmente erronea) è che questa tipologia di musica possa avere una vita limitata alla propria generazione. Un domani la band dovrà di certo evolvere verso nuove contaminazioni per evitare di rimanere autoreferenziata…

…ma ora siamo all’oggi e godiamoci senza troppe fisime questa spensieratezza compositiva.

L’introduttiva Carolynn, estratto come primo singolo d’esordio, è simbolo di questa forma ben strutturata di powerepop, tra una pulita vocalità e caratterizzanti partiture, vicine all’America a cresta bassa degli anni novanta .
Un sound nipote dell’evoluzione pop del nu punk, in cui si ritrovano blandi sentori di Green day e degli Offspring più commerciali.

Nonostante la semplicità esecutiva, che ci fa viaggiare nell’easy listening, nel breve percorso proposto dal giovane quintetto, si palesa una verve piacevole, convincenti pelli e chitarre dedite alle conversioni stilistiche di semplici e definiti solo. Se poi con Hi senorita si riesce a cavalcare le basse note, ci si ritrova con Bright stars nel piacevole clichè della rockballad acustica, attrattiva come un fuoco sulla spiaggia d’estate.

A chiudere il quadrilatero sonoro ci pensa poi Online song, di certo la miglior composizione della band, grazie al buon stilismo di Cristian Campadelli, valore aggiunto tra i filtri vocali e la pulizia di note, che dettano sensibili cambi di direzioni.

Un disco da vivere e ballare.

Traklist

1 Carolynn
2 Online Song
3 Hi senorita
4 Bright stars