Franc Cinelli “I have not yet begun to fight”, recensione

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Vi servirà a poco sapere chi è Franc Cinelli, perché chiunque sia e da qualunque posto arrivi, avrà la forza di portare i suoi ascoltatori in un dolce e melanconico viaggio attraverso i sentori di una accorta America cantautoriale. Note avvolgenti proprio come la sua voce, costantemente in grado di raccontare piccole storie accartocciate tra finger picking e timbrica graffiata.

Dieci tracce intense da ascoltare ad occhi chiusi, proprio come il riuscito opener, atto ad aprire il percorso scosceso, partendo da un’avvolgente suono minimale, pronto a mutare sentiero per incanalarsi prima in sensazioni Dires Straits e poi verso un andamento cadenzato, figlio dell’anima indie rock che a tratti sembra emergere. Incastonato tra controcanti ed un semplice uso del drum set A short life mostra note e silenzi, pronte a delineare un interessante giutar solo, definito tra gli spazi del bacchettio e le veloci sensazioni alternative.

Il viaggio sul galeone della cover art, prosegue con la dolcezza espressiva di Rose Garden, in cui voce e chitarra si palesano come duplice fulcro di una traccia fortemente influenzata dal songwriting d’oltreoceano, senza però perdere il suo sapore vintage. La voce filtrata di Abracadabra si apre poi verso giocosi passaggi alt, pronti a lasciare spazio all’intimismo emozionale di I’m your man, ottima articolazione di spezie alt-country, qui al servizio di un rock venato di easy listemning e alt folk dall’impatto immediato.

Se poi immagini narrative come Fat Charlie songs the blues si rifanno prepotentemente al mondo cantautorale sotterraneo, con A bigger picture, tornano in superficie le toniche stoppate che portano alla mente il mondo di Ani Di Franco. Da qui si riparte verso un’anima semiacustica che si fa strada tra le righe di Fall into heaven, in cui il sapore streetartistmusic scivola probabilmente verso orizzonti meno convincenti, proprio come si evidenzia in Passerà . Il brano, cantato in lingua madre, pare definire una reale perdita della morsa emotiva costruita attraverso le tracce precedenti; un risveglio brusco dal dorato mondo onirico di The impossibe breaks free , rubata al cuore di un delizioso texas theme.

Un disco, dunque, piacevole ed emotivo, non solo per le atmosfere che racconta, ma anche per il moderato coraggio compositivo del suo autore, pronto a destrutturare armonie e idee fulcro, per rivitalizzarle attraverso inattesi intrecci sonori.

TRACKLIST:

Shot of life
Rose garden
Abracadabra
I’m your man
Fat Charlie sings the blues
Fall into heaven
A bigger picture
The impossible breaks free
Passerà
Julius plays his winning ace