Fratelli Calafuria “Prove complesse”, Recensione

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Istinto, rabbia e irragionevolezza…ladies and gentlemen i Fratelli Calafuria sono tornati, sovraccaricati da sentori grunge, punk e ruvidità garage. Una mescolanza accelerata e centripeta che non sorprende affatto. Infatti, il trio…sempre più power, ritorna sulle geniali tracce dei precedenti lavori, mostrando direttive diversificate rispetto agli ideali iniziatici. La nuova produzione, marchiata Woodworm, vede un atteso consolidamento della line up, con l’ingresso in pianta stabile dell’ex Seed’n’Feed Fabio Pansini, abile nel (ri)donare alle strutture ritmiche la giusta dose di follia espressiva, palesata da un consueto songwriting (il)logico ed impulsivo.

Proprio la narrazione appare in grado di restituire all’ascoltatore l’interesse sonoro per le parole stesse, oltreché per la partitura grezza e granulare affidata ad Ale Caneva del Mobsound di Milano.

Il disco, accompagnato da un booklet lineare ed originale nel suo layout su carta leggera, si apre con le ridondanze di House in affitto, di certo non tra i brani meglio riusciti, a causa di un gioco lessicale non così riuscito, proprio come la distribuzione emozionale di testo e sonorità. Ma fortunatamente il cambio della direzione avviene immediatamente. Infatti nonostante i già buoni tagli chitarristici e gli accenni rumoristici, la giusta via viene imboccata ( e mai più persa) con Cattive Compagnie . in cui il classico e battente intro torna ad una voce filtrata da una deliziosa e grezza armonia, che sembra dover qualcosa alla musica pop.

Se poi con la titletrack all’ascoltatore si mostra un nuovo lato del trio, è con la riuscita Minigolf, proposta anche in reprise bonsai, che la band coglie l’apice. Una traccia tirata e veloce, in cui la vocalità si palesa come un rasoio tagliente ed iperveloce, in grado di dare risalto ad una narrativa pronta ad abbracciarsi al ritmo battente.

La sollecitudine esecutiva,che da sola vale il prezzo del biglietto, anticipa l’oscurità heavy di Ho dipinto e la ricercata banalità grottesca di Più via, per dirigersi verso i bassi istinti punk di Sbonzone, dissacrante e sguaiata. A completare il folle giro sull’ottovolante sono gli accordi in battere di Marelungo e la credibile È stata estate, in cui la quattro corde ipnotica e reiterata si unisce al clean vocale e ad un drum set deciso e genuino.

Tracklist

1. House In Affitto
2. Prove Complesse
3. Cattive Compagnie
4. Minigolf
5. Ho Dipinto
6. Tipa Inglese
7. Bionda Cenere
8. Più Via
9. Meraviglia
10. Minigolf (reprise)
11. Sbronzone
12. È Stata Estate
13. Marelungo