Giorgia – Spirito libero, recensione.

Cd cover

Con questo lavoro Giorgia fa i conti con quindici anni di carriera, e con i brani contenuti in un cofanetto di 3 CD ci mostra il meglio di sé, proponendo un profilo del suo percorso artistico e delle sue doti vocali.

Nella raccolta troviamo alcuni dei suoi brani più famosi fra cui, ovviamente, “Gocce di memoria”, che certamente ascolteremo anche negli anni in là a venire e che molti artisti continueranno ad invidiare come il classico brano perfetto, ed alcuni inediti.

Ci fa poi ascoltare alcuni brani nati dalla collaborazione con alcuni mostri sacri, su cui spiccano Mina ed Herbie Hancock, e con altri artisti di varia estrazione (Fiorello, Pino Daniele, Elio e le Storie Tese, il bamboccione ex “Boyzone” Ronan Keating…): spero che il grande Pino Daniele, che personalmente ritengo sia uno fra i più grandi artisti italiani degli ultimi decenni, non me ne voglia per non averlo catalogato fra i mostri sacri (e non me ne vorrà, dato che difficilmente leggerà questo articolo…).

Non mancano poi alcuni inediti che completano questa opera, che ci mostra Giorgia nelle sue sfaccettature e capacità, che ci fa vedere come si possa essere bravi nella musica leggera e nelle atmosfere jazzate, come si possa cantare in tristezza e in allegria (fino all’allegria di basso rango in stile Britney Spears di “La gatta”, che dio mi perdoni…), come si possa cantare un brano di Marvin Gaye (“I heard it through the grapevine”) sfidando un ascoltatore critico che potrebbe dire “Ma che bisogno c’è di incidere una copia di un brano perfetto in originale?” (ricordo infatti ancora con tristezza lo scempio perpetrato alcuni anni fa dal piacione Michael Bolton, che ha riproposto un altro capolavoro di Gaye, quella “Sexual healing” che in originale fa scomparire Bolton, sia in anima che in corpo).

Fra tutti coloro che conoscono la versione di Aretha Franklin di “You make me feel like a natural woman” chi sente di preferire la versione di Giorgia?

Dal mio punto di vista sono confronti improponibili e con certi brani sarebbe meglio confrontarsi in situazioni estemporanee dal vivo, evitando di registrarli, perché se l’interprete originale ha saputo indossare il brano come un vestito fatto su misura, o se addirittura se lo è cucito perfettamente addosso con le sue mani, il confronto è perso in partenza.

Ma Giorgia non si ferma qui e quindi ci ricorda di essere un’artista internazionale, che può permettersi di sfondare anche sul mercato spagnolo (“Una hora sola te querrè”), ovviamente traducendo i suoi brani dall’italiano.
Sarebbe stato bello, a suo tempo, sentire i Led Zeppelin fare “Since I’ve been lovin’ you” in spagnolo o in tedesco.

Mi sto incattivendo troppo, lo so…

So anche che si tratta di peccati veniale, o meglio venali dato che sono semplicemente dei tentativi di allargare il businness, e in passato in tanti, in troppi, ci sono caduti, da l’immenso Lucio Battisti (omaggiato in questa raccolta da Giorgia in “Nessun dolore”) che ha tentato di piazzare il numero in inglese e spagnolo, ai Beatles degli esordi che hanno cantato in tedesco (!).
Noi tutti vogliamo bene a Giorgia e ci fa un po’ male vederla sballottata in questo modo.
Giorgia ha una grande voce, notevole estensione vocale, una tecnica notevole, non ci sono dubbi.

Si ha però l’impressione che voglia sempre dimostrare qualcosa, che voglia chiarire che tutte le lodi che ha ricevuto dopo i primi successi erano meritate, anche quando si cimentava in un repertorio troppo vicino a San Remo. Forse c’é stata troppa pressione addosso a lei, perché fin dall’inizio è stata pompata dai media come un fenomeno assoluto, e alla fine la necessità di dimostrare il suo valore di interprete l’ha portata spesso a cimentarsi su troppi fronti.
Nel triplo CD, compendio della sua carriera, dal mio punto di vista si respira un eccesso di stili e di collaborazioni, che lasciano un po’ confusi, o almeno confondono me.

I fans di Giorgia diranno che questo CD è la dimostrazione che Giorgia può cantare splendidamente tutto il cantabile, i detrattori che qualsiasi cosa canti suona tecnicamente ben eseguita ma emotivamente piatta e gli ascoltatori neutrali, fra cui mi pongo, che la grande voce di Giorgia non sempre ha trovato l’abito su misura e che comunque questa artista fa ottima musica leggera e si lascia ascoltare piacevolmente.

A seconda di dove vi collocate correte a comprare la raccolta, dimenticatela rapidamente o, nel terzo caso, fatevela prestare da un fan di Giorgia, che sicuramente non ve la presterà, dato che conserverà il cofanetto che la contiene come una reliquia…