Haterial “Twisted verses”, recensione

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Arrivano dalla Finlandia e armati di Thrashcore metal, portano con sé il gonfalone della Wormholedeath. Attivi dal poco più di tre anni, il quintetto arriva alle stampe del suo primo full lenght intriso di metal rude e a tratti oscuro, viatico ragionato tra il mondo metalcore e l’old school thrash, riuscendo ad alternare momenti più vicini all’easy listening e all’aggressività espressiva, rimanendo fuori dal borioso cliché delle alternanze vocali.

Il disco si presenta come connubio esemplare tra due diverse generazioni metal, e anche se questo Twisted verses piacerà più alle nuove generazioni che non a chi ha vissuto gli anni dell’hm golden age, si presenta forte di una struttura sonora potente, su cui la voce di Eki si inerpica con ostentata sicurezza. Anche se talvolta i vocalizzi superano le righe, finendo per perdersi tra le partiture, il disco si presenta fluido e compatto, in grado di portar con sé le pecche di un debut, in cui i testi ben definiti mostrano un buon margine di miglioramento.

A tracciare la via del principio è l’interessante titletrack, abile componimento, in cui l’aspetto diagogico gioca sulle mutevolezze pronte a richiudersi su corposi ritmi in battere, legati inevitabilmente ad nu metal fresco e moderno, che pare chiudere in sé le radici di un thrash a tratti tropo poco sviluppato. L’ottimo lavoro al drum set in Me two-point-0segna poi un tappeto sonoro su cui si appoggia l’urlante voce del frontman che, talvolta finisce per destabilizzare le proprie regolazioni, non troppo riuscite nell’approccio armonico del chorus che finisce per concedere troppo alla facilità.

Più accattivanti appaiono il groove di Exteminating reality, il cui dialogo call and response è ripreso su spezie sinfoniche stop and go, e l’irruenta So hot, di certo tra le migliori realizzazioni del platter. Se poi con Spontaneous human emerge il tecnicismo del gruppo, è con Clown che la band tocca il suo apice compositivo. Il ritmo cadenzato e andante, raccontato da una vocalità cripto growl, muta pelle per poi aprirsi a colori narrativi molto interessanti , che non nascondono certo piccoli spunti epic, ben assemblati dalla struttura agressive e dall’ enclave sonora in cui la voce si pulisce delle scorie, normalizzandosi in Corey Taylor style.

Non mancano poi accenni granitici ( Backtapping bastards) e spokenword ( Burn), intenti dediti alla struttura narrativa tutt’altro che riluttante alla rivisitazione degli anni novanta, proprio come dimostra Thruth. Pertanto, anche se le eccessive, ma saltuarie aperture sonore, finiscono per togliere ruvidità al disco, questi giovani Haterial dimostrano di avere personalità e idee chiare ( ascoltate la marciante Insanity), pronte a guidare il proseguo della loro avventura sonica

Tracklist:
1. TWISTED VERSES
2. ME 2.0
3. EXTERMINATING REALITY
4. BURN
5. SO HOT
6. WASTED
7. SPONTANEOUS HUMAN COMBUSTION
8. CLOWN
9. BACKTAPPING BASTARDS
10. TRUTH
11. INSANITY
12. FLYING