Let it Slide “A small step forward”, recensione

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Mi piaccio i Green day
I Let it slide mi ricordano i Green day
Pertanto… mi piacciono i Let it slide.

Quando li vidi dal vivo nell’agreste contenitore savonese di Balla con i cinghiali, pensai che prima o poi ne avrei potuto parlare, perché, ricordo, allora furono vitali e piacevolmente punk. E se talvolta i ricordi possono essere annebbiati dall’abuso di musica, ciò che oggi mi appare limpido è un semplice concetto: A small step forward è un buon disco punk. Attenzione però! Non un punk ’77, ma un’aroma ibrida di sonorità abbracciate a spazi popular, molto vicini alle strutture che hanno reso fama e denaro ai Green Day.

Il disco del power trio si annoda attorno a tredici tracce ricche di groove, in cui le tematiche del nostro esistere vengono narrate da parole semplici e dirette. Un moto energico di punk rock anni’90 che ci diverte e ci trascina mediante un irruento e caotico stilismo piacevolmente rozzo.

Oggi la band, finalmente, trova il giusto sentiero con l’Overdub Recording; un marchio di qualità in grado (…non dico sempre, ma molto spesso) di arricchire il proprio roster con album di qualità, mostrando diversificati lati di un dodecaedro musicale.

A dare il via al moto nu-punk della band è un campionamento d’introduzione che delinea i primi contorni del brano d’overture. Primi istintivi passaggi che ci portano a visualizzare una chiara matrice losangelina, immersa in un punk rock diretto e granulare, in cui il canale del drum set appare volutamente su di una linea ben marcata, indirizzata verso il giusto conforto della bass line.

Il power trio offre, mediante le proprie tracce, un convincente groove immediato e riconoscibile, che porta in dote un’ottima linea vocale ideale per raccontare in maniera credibile la lingua d’Albione, proprio come accade in Michelle , da cui fuoriescono sensazioni Offspring che permangono mentre la chitarra domina Blah Blah Blah. Si passa poi al calore espressivo delle toniche di Turkish , immersa in curiosi stilemiPersistence of time, giungendo poi a Cuddles & Painkillers , dalla quale, ancora una volta, emerge il fil rouge che collega la band con i migliori Green day prima maniera, anche grazie all’inevitabile mosh e pogo di Here By Me .

Tra le più interessanti tracce del full lenght sento di dover inserire la pacata melodia iniziale di Last Night With You , brano che trascina con sé un’aurea post adolescenziale in linea con le ritmiche danzanti di Shreds .

A chiudere il disco ci pensano infine i filtri esplosivi di Lullabies e la destabilizzante Venom (Start Again), iniziata da una sintonizzazione radiofonica che mi ha riportato alla mente gli esordi degli Helloween; introduzione ad un finale melanconico, intercalato tra citazioni, reverse, campionamenti liberi ed espressioni ludiche, che chiudono un cerchio piacevole… a patto che voi accettiate gli inevitabili parallelismi che questa band porta con sé

Tracklist:

1) Volt Amp Box
2) Michelle
3) Blah Blah Blah
4) Turkish
5) Miss Your Eyes
6) Cuddles & Painkillers
7) Here By Me
8) J.J.N.C.
9) Last Night With You
10) Shreds
11) Violet
12) Lullabies
13) Venom (Start Again)