Lyr

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Osservando da vicino l’impatto artistico della work art di Abracadabra, per molti sarà naturale riconoscere nel verde camaleonte la rappresentazione millenaria e metaforica di una attenta e meticolosa capacità di lenta evoluzione dell’essere; un simbolo spesso (ri)definito nella concettualità di cambiamento ed elevazione della materia e dello spirito.

Spinti dalla struttura contemplativa del packaging, nell’ascoltare il debut album dei Lyr, appare dunque naturale arrivare a definire un parallelismo tra songwriting-materia da un lato e partiture-spirito dall’altro, in maniera da intravedere il significato allegorico di una cover art in cui la crescita artistica sta vivendo i suoi primi passi di maturazione. Infatti, nell’ascoltare l’opera prima del duo torinese, si arriva a percepire una fisiologica acerbità, resa meno aspra da un buon lavoro espressivo che, grazie a testi curati e arrangiamenti easy listening, fornisce all’ascoltatore dieci tracce di stampo cantautoriale.

Pur non ritrovando sperimentalismi particolari, il debutto, in quanto tale, definisce una vis esecutiva decisa ed elegante, tanto quanto il collage in scala di grigi offerto dal booklet. Sfumature cromatiche che, come le sonorità proposte, vengono apprezzate solo dopo un necessario plurimo ascolto, in quanto, pur raccontando storie musicali con semplicità, la tecnica incisiva del combo nasconde sfumature e sottotesti interessanti, ma percepibili solo attraverso una più accorta e dilungata analisi.

Il platter si sviluppa seguendo deliziosi e silenti sguardi introspettivi (L’amore cos’è) affiancati a melanconie velate (Abracadabra), volte a rispettare le aspettative cantautorali talvolta piacevolmente vintage(Dopo tre passi). Se poi con Tra vent’anni o mezz’ora emergono stilemi da gusto jazz, con Ritratto la linea di cantato sembra portare alla mente l’arte di Pacifico, qui resa sognante ed equilibrata, nonostante un sax sopra le righe. A chiudere il cerchio sono poi la diretta Non smetterai e Incontro Notturno liberamente tratta dalla poesia Meeting at night di Robert Browning, riportato all’esistenza dall’epoca vittoriana, attraverso una base acustica su cui poggiano note diluite dal contemplativo violino, movimento anticipatorio della delicatezza finale.

Insomma… un disco che racconta il mondo di Fabrizio Tonus e di Mattia Bozzola in maniera talvolta semplicistico, ma tecnicamente ineccepibile, ancora però lontano dalla finestra del coraggio sperimental-espressivo, che potrebbe aiutare i due musicisti a provarsi nei vitali terreni underground all’ombra della Mole.

Tracklist

Abracadabra
Dopo tre passi
Tra vent’anni o mezz’ora
Non smetterai
A quest’ora della sera
L’amore cos’è
Incontro notturno
Ritratto
Nuvole di carta
Abicidì