Morso”Lo zen e l’arte del rigetto”, recensione

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“E allora fallo!”. Sì, tu che lì fuori sei avvolto nelle banalità e cerchi sensazioni forti, fallo(!) ascolta Lo zen e l’arte del rigetto. Ascoltalo perché il disco promosso da Dischi Bervisti inizia proprio dove altri finiscono.

Certo, non aspettatevi nulla di germinale, ma attendetevi un violento pugno in viso; un pugno che parla la vostra lingua per riuscire nel difficile intento del comunicare tra impianti noise ( Non si muore ogni dicembre), rapidità grind ( Liberaci dal male) e aperture armoniche ( Pieno di istanti… poche ma (ahimè) presenti.

La forza emozionale e comunicativa dei Morso esiste e persiste proprio grazie all’essenza di compromessi ispirati all’hardcore underground,qui “Incline” a battiti cripto punk intercalati tra easy ed estremo.

Il disco, coprodotto con Cave Canem, mostra la sua attitudine antisociale sin dall’ottima opera di cover art, in cui Omar Fusillo palesa la propria magnifica opera di ispirazione: Steve Cutts, straordinario artista in grado da sempre di coniugare l’arte del cinema d’animazione con quello dell’illustrazione.

Se poi il lato B del disco inizia con qualche peccato di ingenuità ( Il fine giustifica i mezzi), la band ritrova il sentiero con la velocità espressiva e distorsiva di Cmc in cui le prese heavy e i blandi cambi di intensità travolgono l’ascoltatore attraverso un impeto battente e folgorante, pronto a mostrare una bass line divergente e ipnotica, proprio come accade con le pelli di Ex, brano composito che va a confermare pregi e difetti di un disco che se non lo avessi… vorrei avere.

TRACKLIST

Liberaci dal male
Nessuno e centomila
Pieno di istanti
Non si muore ogni dicembre
Incline
Glamour suicide
Il fine giustifica i mezzi
Cmc
Ex
Sognavo di essere Bukoswki