Ondamedia – Niente è come sembra

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Devo confessare che nel tentativo di soddisfare il mio lavoro di critico, alla ricerca di nuove avventure musicali, talvolta mi sono fatto condizionare dalla copertina di un disco. Il mio alter ego da illustratore, si è sempre cibato anche di cover art, che possano soddisfare il mio borioso senso artistico.
Guardando al copertina del cd degli Ondamedia, ad essere sincero, non lo avrei comprato, ma avrei fatto male, perchè… Niente è come sembra a partire da booklet interno, artisticamente molto ben impostato. Nel seguire il mio (naturalmente discutibile) senso estetico, mi sarei perso il buon prodotto di una band che, pur avendo ancora molta strada di fronte a se, riesce già al primo colpo a dare alle stampe un disco suasivo. Un cd che insegue l’onda rock di stampo classico, infarcito di enclave sonore di diversa provenienza.

“…Niente è come sembra” viene battezzato da “…Un tagliaerbe”, lirica d’impatto, in cui un riff ben calibrato si alterna tra la classica costruzione strofa-chorus-strofa-bridge-chorus. Le chitarre di Massimiliano e Alberto, appaiono sin da subito il valore aggiunto del gruppo, in grado di accompagnarci senza sbavature per tutto il viaggio a cavallo dell’onda. La seconda tappa porta il nome di “Indole inquieta”, in cui l’overture, che ricorda gli ultimi Muse, introduce un brano tutt’altro che lineare, con numerosi cambi di direzione che sfiorano il soft punk e l’altronica, anche se queste sono solo sensazioni dettate da un momento, visto che è innegabile la presenza continuativa di uno scheletro puramente rock, che pervade tutto il disco del sestetto romano. Il convincente binario viene percorso ancora con la jazzante “Cosa vedi?” e dall’ottima “ Elettrospot”, in cui il groove emerge grazie anche alla sezione ritmica arrangiata al meglio. L’apice però si riesce a raggiungere solo in “Bianche scie”, una piccola gemma in cui la musicalità si amalgama alla perfezione in ogni sua parte, nonostante il palesarsi di labili indecisioni nella voce di Fabrizio, che sembra trovare terreno fertile soprattutto nelle interpretazioni più tirate.

L’altro lato della medaglia, invece, emerge con “Febbre gelida” e “ Cedimenti strutturali”. Nel primo caso si incontrano sound poco efficaci, che si perdono tra gli stereotipi del genere, mentre nel caso di “ Cedimenti strutturali”, l’eufonia che caratterizza gli altri brani, sembra perdersi attraverso il suono a tratti eccessivo della batteria e un basso troppo poco in evidenza. Ma nessun scoraggiamento, la giusta via è subito ripresa con il gran finale “Nevica”, in cui silenziosi passi nella neve introducono un melodioso e preciso suono che accompagna una lirica di riscatto, contro un mondo ricco di ostacoli.

Siamo quindi di fronte ad un disco in cui, i pochi nei non oscurano il buon lavoro svolto. Un prodotto che merita l’ascolto per riuscire a godersi il buono che possiede e probabilmente per poter riscrivere le mie critiche, nella speranza che comunque non siano cadute nel girone dei “censori mediocri, che sopprimono talento e pensiero con le loro opinioni dell’ovvio severo”, proprio come cantano gli Ondamedia.

tracklist

…un tagliaerbe
indole inquieta
cosa vedi
elettrospot
febbre gelida
bianche scie
cedimenti strutturali
nevica