“Quando eravamo swing”, Tre allegri ragazzi morti, recensione

tarmswing.jpg

Non sorprendetevi! I tre allegri ragazzi morti hanno imboccato la via dello Swing, non tanto per proporre in stil-nuovo inediti attesi, ma per riproporre dieci successi del loro passato. Un inedito matrimonio armonico con la Abbey Town jazz orchestra, che ha portato come fine ultimo quello di ragionare su tracce conosciute, vestendole di un coraggioso arrangiamento che, pur perseguendo l’idea dei Primitivi del dub, ottiene al primo ascolto la piena attenzione dell’ascoltatore.
Questa piccola e nuova avventura sembra, infatti, convincere appieno, senza se e con pochi ma, anche grazie alla deriva felicemente discosta di un impianto stilistico che giunge ben oltre le attese.

Le tracce, rivisitate con acume, sono state registrate in presa diretta nella session pordenonese effettuata presso il Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento, dove Davide Toffolo ha raccontato con il suo particolare timbro espressivo il mondo che gira attorno alla storica band. Un sentiero in grado di mescolare il passato con il presente, derivando e deviando, proprio come dimostra la tracklist in cui i titoli vengono rieditati con ironia e divertissement.

Ad aprire il viaggio nei delicati ed eleganti arrangiamenti è Un inverno swing a Pordenone, il cui sapore deliziosamente vintage arriva a schiacciare l’occhio alle tempistiche espressive del musical, tra backchorus e l’impronta sognante dei fiati, abili nel districarsi tra le parole del frontman. Toffolo sembra trovarsi a suo agio nelle delicatezze nuvolari di Il mondo prima di Elvis e tra i giochi di contrabbasso proposti dalla versione swing di Signorina primavolta, qui scarnificata del suo sangue battente ed ipnotico.

Quasi inevitabilmente, ma qui interviene il mio lato soggettivo, tra i brani più riusciti La mia vita senza te, dominata da note bianco nere ed un dolce spatolate jazz, senza troppi dubbi, in linea con lo splendore espressivo mostrato da Occhi bassi, in cui Toffolo funge solo da apporto alla voce di Maria Antonietta.

A mostrare poi un piacevole ed insistito velo retrò ci pensa Volo sulla mia città con la Big band, anticipo espressivo dei sentori reggae di Puoi dirlo a tutti, in cui il drum set di Luca Masseroni definisce un cambio direttivo riuscito solo in parte.

Insomma, un disco che non solo aprirà le porte ad un nuovo ( e momentaneo) modus operandi, ma permetterà anche di osservare la visionaria e surreale narratività dei Tarm mediante un inatteso punto di vista.
Una piccola luce creativa che, ancora una volta, conferma i Tre allegri come punti focali di un disincantato mondo raro, in cui si mostrano con orgoglio i gonfaloni del pop-rock-punk.

Tracklist

01. Un inverno swing a Pordenone
02. Signorina Rock Time
03. Il mondo prima di Elvis
04. La mia vita senza rock
05. Puoi dirlo a tutti exotica
06. Ai cacciatori piace il jazz
07. Occhi bassi serenade (feat. Maria Antonietta)
08. Volo sulla mia città con la Big Band
09. La faccia della Blue Moon
10. Primitivi del jazz