Rhapsody Of Fire – Symphony Of Enchanted Lands II recensione

Cd cover

La bellezza delle terre del nord per riprendere un ricordo rapsodico.

Possiamo soltanto immaginare quante incredibili leggende sono nascoste tra le montagne e le grandi pianure di quelle che sono state le ambientazioni dei più grandi romanzi fantasy di tutti i tempi. Ogni genere di creatura mostruosa e non ha dominato la nostra fantasia cercando di mostrarci, attraverso metafore, quella che è la speranza di un mondo migliore e riprendendo i più alti valori del coraggio e dei romanzi cavallereschi attraverso una tradizione che, col tempo, è stata tradotta dalla letteratura alla musica. Principalmente questo tipo di storie traevano spunto dai trovatori che con i loro strumenti tramandavano di generazione in generazione storie tra la prosa e la poesia secondo la tradizione dell’oralità. Principalmente la cultura musicale che ne faceva parte tra e spunto tanto dal medioevo quanto dal barocco secondo anche dei precetti che hanno visto protagonisti non pochi dei nostri più grandi compositori (ad esempio: Pergolesi).

Nel 1970, dalle profonde oscurità delle terre italiane, nasce una band che, nel corso del tempo, subirà un’evoluzione che li porterà a coniare un nuovo genere nel panorama del metal-score. I Thundercross nascono come band metal fantasy che, attraverso un filo conduttore, sapeva unire varie culture musicali cercando di innalzare il livello della loro sonorità. Producono un primo EP chiamato “Land Of Immortals” e già da questo primo esperimento è possibile definire l’identità della band capitanata dalla chitarra di Luca Turilli e dalle tastiere di Alex Starpoli. Si segue poi con l’EP “Emerald Sword” che mette in estrema evidenza la direzione che prenderà la band poiché sembra mancare qualcosa che sembrerebbe venire soltanto in un futuro vicino. Quel tipo di seguito si chiama Fabio Lione, il cantante che definirà quelli che diventeranno i Rhapsody, successivamente, a cusa di problemi di copyright, i Rhapsody Of Fire.

La loro storia comincia con l’album “Legendary Tales” fino ad evolvere a “Symphony Of Enchanted Lands” che determinano quelli che saranno i brani principali di ogni loro concerto fino a diniziare la prima saga raccontata nelle loro canzoni che terminerà con “Power Of The Dragonflame” (aggiunta anche da uno spin off chiamato “Rain Of A Thousand Flames”). Dopo questi incredibili capolavori definiti nell’ambito del metal-score, divenuto poi symphonic Metal (per l’ovvia somiglianza con le musiche dei film), hanno avuto nuovo inizio con la “Dark Secret Saga” inaugurata da un altro capolavoro che inaugura non solo un nuovo racconto, ma anche la nuova epoca dei Rhapsody Of Fire (ulteriormente modificata da “Triumph Or Agony”): in occasione della nuova uscita del nuovo album (“The Frozen Tears Of Angels”), prevista per il 5 marzo, è bene riportare alla memoria “Symphony Of Enchanted Lands II – The Dark Secret” ( il quale darà origine al primo live “Live In Canada 2005 – The Dark Secret“).

L’album, totale secondo capitolo del precedente omonimo, vede fin dall’inizio una componente aggiuntiva rispetto alla musica, ovvero la presenza del narratore: Christopher Lee che introduce la storia di Dargor, un mezzo umano e demone che dovrà trovare l’ultimo libro di Nekron (nascosto nelle terre di Dar-Kunor), scritto col sangue degli angeli, che lo riporterebbe in vita. Fin dal primo brano “The Dark Secret – Ira Divina” si narra delle avventure che dovrà incontrare il nostro protagonista inpersonificato dalla voce di Fabio Lione che, in questo disco, sembra non trovasi molto a suo agio con la lingua inglese. Subito dopo l’album si apre con il singolo di lancio: “Unholy Warcry” che mette in evidenza un altro aspetto completamente nuovo dei Rhapsody, ovvero la presenza di un’intera orchestra (la Bohuslau Martinu Philarmonic Orchestra) unita a un coro vero e proprio (il Brno Academy Choir). Ovviamente tutto questo cambiamento sembra essere definito non solo dalla band, ma anche dalla loro nuova collaborazione con la “Magic Circe Music”, la casa di produzione gestita da Joey DeMaio, leader dei Manowar.
Si procede attraverso “Never Forgotten Heroes”, un altro brano che può tranquillamente essere definito come un singolo e che segna una sorta di distacco per entrare in merito all’inizio del viaggio degli eroi della storia, portandoci nelle “Elgard’s Green Valleys”, un pezzo interamente strumentale con tramite il flauto barocco.

Da qui la musica si apre alla visione mistica che apre il cielo per portarci ai confini dell’aurora dove esiste la magia dei sogni: “The Magic Of Wizards Dream”. A far da tramite a questo è sempre il flauto aiutato dal pianoforte e dalla chitarra acustica: un insieme di elementi che si coagulano tra loro fino ad esplodere in un gruppo d’archi che seguono la voce di Fabio. Esistono altre versioni della canzone determinate dal singolo ufficiale che presenta varie versioni delle canzoni (in differenti lingue) fino alla presenza di due brani inediti: “Autumn Twilight” e “Lo Specchio D’Argento”.

Inerente a qeust’ultimo brano ci possiamo ricollegare ad un esperimento più che a una tecnica canora, ovvero la canzone in italiano che venne presa in considerazione soltanto nel precedente “Power Of The Dragonflame” (“Lamento Eroico” e “Angeli Di Pietra Mistica”): in questo caso si tratta di un brano con cadenza regolare che cambia ritmica nel ritornello, ovvero “Guardiani Del Destino”. Insieme a questo è possibile vedere anche “The Last Angels Call”, l’ultimo brano che ha una durata modesta insieme a “Dragonland’s Rivers” (tra il parlato e lo strumentale).
Infatti, subito dopo aver analizzato, i brani che potevano essere utilizzati come singoli è possibile ritrovarsi di fronte a quelli che sono i brani portanti dell’album e dell’intera saga, non solo per la loro durata (tra i sette e i dieci minuti), ma anche perché definiscono in pieno la grandezza dell’epic metal e la grande potenza sprigionata dalla band. Si sta parlando di “Erian’s Mystical Rhymes – The White Dragon’s Order” o di “Sacred Power Of Raging Winds” che culminano in “Shadows Of Death” fino alla colossale conclusione di “Nightfall Of The Grey Mountains”.

Symphony Of Enchanted Lands II – The Dark Secret” è un album che vale la pena di ricordare non solo per l’uscita del nuovo progetto, ma anche perché l’utilizzo dell’epic metal sinfonico riesce a catapultare l’individuo verso mondi completamente sconosciuti che con qualsiasi altra musica sarebbe difficile esplorare. Per imparare, di nuovo, a sognare chiudiamo gli occhi cavalcando sulle ali di un metal formato italiano.