The clamps “DEADLY KICK FOR A FAT FUCKER”, recensione

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Sarà forse una metafora accorta, ma il nome scelto da questa band bergamasca sembra più che mai adeguato. Infatti, sin dal primo ascolto, la morsa di note stoner-punk bloccano e scuoto all’unisono l’ascoltatore, attraverso 12 tracce fresche e dirompenti. Un power trio dalle granuolose sonorità, definite attorno alla chitarra (e voce) di Bely, al basso di Ben e alle pelli di Marcy, i cui tamburi assestano colpi deflagranti alla ritmica d’impostazione.

Si chiamano Clamps e (anche da studio) paiono essere veri e propri animali da palco, in grado di sviluppare un groove definito e al contempo destrutturato, spinto da idee impregnate di speedrock , sporco cripto punk e intuizioni garage, proprio come dimostra l’iniziale Bones, le cui sonorità paiono ben bilanciate da una funzionale linea vocale, che ci porta senza titubanze in un viaggio privo di tempo, tra hammond anni’70 e sviluppi Deepurpleiani.

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La band, pur mostrando a tratti una mancanza effettiva di profondità ( Let’s go to destroy), trova spesso e volentieri le giuste sonorità, per raccontare le proprie narrazioni, attraverso presunti tributi strumentali ( Gazza) e travolgenti ritmiche, che non disdegnano uno sguardo heavy caro a Lemmy Kilmister ( Loser). Da qui, si riparte poi con l’ottimo riff di Honey, per certi versi assimilabile alle sonorità Superhorrorfuck, e con il ritmo in battere di Just another girl, la cui struttura punk-garage si mostra alle sensazioni r’n’r di stampo vintage, reale trait d’union pronto a partire dalla cover art stessa.

Un disco diretto come un ruvido pugno in viso.

Tracks:

1) BONES
2) LET’S GO TO DESTROY
3) GAZZA
4) LOSER
5) HONEY
6) BURN
7) SHE’S THE DEVIL
8) JUST ANOTHER GIRL
9) LOST LOVERS
10) ALL TOGETHER TO HELL
11) NEVER CROSS MY WAY