The rock’n’roll Kamikazes Tora!Tora!Tora!(Tora!), recensione

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Non ho dubbi. Volente o nolente questo disco sarebbe comunque finito tra le mie mani! Si, senza incertezze posso dire che non avrei mai resistito ad un digipack graficamente perfetto come questo Tora!Tora!Tora! (Tora!). Dall’artwork emergono infatti un’attenta cura stilistica, unita ad una particolare ironia stilistica degna dei primissimi Skiantos. La cover art definita attorno alle idee di Andrea”The and” Sartori, ci catapulta senza mezze misure nel mondo del rock and roll più puro, attraverso un fuorviante escamotage di riferimento al mondo di Kinji Fukasaku e Toshio Masuda.

I Rock’n’roll Kamikazes altro non sono che un geniale quartetto riminese, dedito alle più svariate forme di roll, che con il suo voler essere retrò risulta una piacevole novità promossa dalla Volume!records che, dopo Ammami di Zibba e gli Almalibre, assesta un altro colpo da 90.

L’album parte con la quarta marcia inserita a pieni giri grazie a Black Cat, puro r’n’r capace di coinvolgere l’ascoltatore in un rock figurato attraversato da guitar solo e sax dal sapore passatista. Proprio la prima traccia appare un ottimo biglietto da visita per questo folle ensemble che sembra indirizzarci subito verso un chiaro sentiero, come a voler avvisare il viaggiatore riguardo alla direzione che si sta per intraprendere. Il viaggio si fa poi polveroso con la seguente Doing Just fine, cavalcante, diretta e piacevole con la sua voce filtrata verso un rockcountryeggiante e molto rockabilly. A questi sentori si uniscono spezie da road’n’roll, venato di boogie atto a richiamare alcuni intenti che spesso la Goodfellas insegue.

La traccia Roll roll roll ci induce poi a ricercare sul web la data live più vicina, non tanto dal punto di vista geografico, quanto dal punto di vista temporale…perché, pur non avendo idea di cosa sia un concerto dei the rock’n’roll kamikazes, i presupposti per uno show con la esse maiuscola ci sono tutti.

Proseguiamo l’analisi…con basse note tinte di blues, dall’aria Ray, infarcita da una voce calda e particolare, che a tratti ricorda un educata versione di Billy Idol. La struttura di alcuni passaggi sembra ricalcare vecchi e funzionali modelli pronti a dare limpida linfa vitale alla mia penna, che scivola con facilità sul foglio grazie al groove esponenziale Tora! Tora! Tora! (Tora!). Senza alcun dubbio risulta piacevole scrivere di dischi come questo, grazie a brani come la jazzata Fridgelight becames you ed il surfer rock di Thinking man’s woman, che da sole valgono il prezzo (moderato) del disco. Con Straight outta leftfield ci si trasferisce poi negli anni 50, da cui trapelano sensazioni swing alla Ray Gelato.

Insomma un disco aperto solare e spregiducato con il quale risulta impossibile anoiarsi immobili, un disco che regge la presa anche nel suo secondo tempo , attraverso tracce come Lost in Austin, che ricorda le strampalate e folli scorribande musicali di Jerry Lee Lewis, per una sorta di Great balls of fire che modera i contenuti con la seguente Sister moon, ballata blues rock dalla cadenzata andatura.

A chiudere le 13 tracce ci pensa la musicata ironia di Scusate seppuku e ancor prima la coverizzazione ardita di Kiss, hit del Prince anni ottanta.

Ma ora Basta!
Mi concentro e mi rendo conto che non mi resta che trovare il modo di criticare qualcosa o qualcuno…
Ascolto, riascolto ed ascolto ancora…


Niente da fare!

TRACKLIST:

1- Black Cat
2- Doing Just Fine
3- Roll Roll Roll
4- Good man
5- Fridgelight becomes you
6- Thinking man’s woman
7- Straight outta leftfield
8- Lost in Austin
9- Curandera mama
10- Sister Moon
11- Kiss
12- You ain’t my girl
13- Scusate seppuku