Three eyes left “La danse macabre”, recensione

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Three eyes left
Tre occhi danzanti che rincorrono l’idolo della notte, un suono che
s’inchina alle sfingi magiche del tempo per esplodere in milioni di
farfalle colorate e morenti. Una tempesta di aghi che avvolge il sonno
delle menti più lontane per fecondare il ventre antico della prima ancella.

Attenzione! Prima di leggere la recensione ascoltate il brano propedeuticoLa danse Macabre


Probabilmente, ascoltando i Three eyes left il primo istinto di molti potrebbe essere stato quello di capire da quale città degli States potesse arrivare questo ben assestato trio.

Texas? New Orleans?…

Eh no! L’avvolgente heavy sludge sound di questi tre occhi danzanti arriva da Bologna, città nella quale il power trio parte per racchiudere in questo splendido LP l’anima primitive dello stoner e i nereggianti spostamenti doom.
Con l’ascolto della titletrack avete avuto accesso diretto all’antro distorto del cerbero oscuro e proprio grazie ai suoni contorti delle corde, non avrete nessun dubbio in merito alla realtà che andrete a vivere attraverso i cinque tracciati sonori.

Se avrete l’ardire di varcare quella magica soglia, difficilmente troverete l’uscita.

Il disco. promosso dalla Go down records, come e più di altri avvolge il suo ascoltatore tra le ondulazioni sonore, pronte a tranciare le tonalità di grigio in favore di ricercata durezza cromatica. Timbriche ed evoluzioni si attorcigliano su meccanismi oliati e solo apparentemente deformi, ricreando una polimorfa struttura ramificata, in cui un triviale fil rouge collega le sinapsi evolute.

Raramente mi è capitato di raccontare un disco nel suo insieme, ma a dire il vero,almeno per questa volta, appare davvero funzionare evitare l’analisi delle sue singole creature, sia per evitare che l’aspetto fortemente soggettivo possa influire sulla valutazione, sia perché in questo caso sono convinto che i cinque racconti rappresentino lati differenti di un unico poliedro, visto alla luce di diversificati punti d’origine.
Questa Danza macabra rappresenta ( senza troppi dubbi) uno dei migliori esempi del suo genere, un disco piacevole, da assaporare in maniera inerme e rallentata, ponendosi di fronte ad un ascolto puro e selettivo, in grado di trascinare l’astante in una colata di fango inesorabile e fagocitante.

Tracks:
1. Vestibulum Diaboli
2.Lord of Underworld
3.Celebrating the flight of the crow
4.The devil walks with him
5. La danse macabre