Tonino Carotone live in Genova 29/11/08

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Spesso quando i turisti arrivano a Genova sono tendenzialmente attratti ed interessati all’affascinate dedalo di stretti vicoli, incantati luoghi senza tempo, che donano alla superba una dignità turistica difficilmente ritrovabile nelle altre città europee. Fortunatamente però Genova nasconde tanti altri piccoli gioielli, come la magica Boccadasse, antico borgo di pescatori alle porte della città e la passeggiata Garibaldi di Nervi, una stretta passerella mattonata a picco sul mare dove credo chiunque di noi genovesi abbia portato le proprie fidanzate.

Proprio in questo lungomare sorge lo storico locale conosciuto come “Bonfim”, una sorta di esteso terrazzamento dal quale la musica delle onde si mescola alle suoni delle note sino alle ore piccole. Per ogni stagione il Senhor do Bonfim offre da sempre un punto di ritrovo per gli indigeni ed un luogo di singolare per i forestieri. Da lustri il locale, sapientemente gestito, offre musica di ogni genere per ogni età. Al suo interno si ritrovano personaggi della riviera levantina, tanto bislacchi quanto tipici, che popolano le serate danzanti. Di qui sono passati molti artisti come Diaframma, Stiliti, Oliver Skardy e proprio recentemente il geniale Tonino Carotone accompagnato dagli amici di sempre: Gli Arpioni. Grazie alla gentile e disponibile organizzazione Music on tnt ha potuto assistere e recensire il “terribile” concerto del cantastorie di Burgos.

Il live ha inizio con un drastico ritardo, voci di corridoio sembrano motivare il differimento con un’inusuale lentezza nel portare a termine la cena, e avendo conosciuto Tonino qualche anno addietro non stento a crederlo. Sono le 24.15 quando il frontman attraversa a fatica la folla accalcata sotto il piccolo palcoscenico per conquistare i camerini. Saluta i fan brandendo il bastone che ancora si porta dietro dopo l’incidente subito qualche mese addietro. Come molte donne, la vestizione dell’artista risulta alquanto diluita nel tempo, ma finalmente attorno alle 24.45 siamo pronti all’inizio dell’atteso live. I musicisti si accorpano sul palcoscenico dividendosi lo spazio, mi accorgo che questa volta molti degli Arpioni non sono presenti, uno di loro motiva il ritardo dicendo che il viaggio verso Genova è stato tormentato dalla neve, ma la scusa sembra poco credibile. Poco male! Mi metto in un angolo per evitare adolescenti molesti che in preda a Dionisio, hanno perso la lucidità da qualche ora. Il concerto è inizialmente caratterizzato dalle tracce di “Ciao mortali”, l’ultima fatica di Carotone, su disco (che ancora poco conosco) le canzoni come “Hidromiel” e “Il santo” mi sembravano più convincenti. Mi rendo conto subito che il buon Tonino questa sera non è molto in bolla, i suoni escono confusi e le parole ammassate tra di loro non riescono a trasportare il suo adorante pubblico. L’impianto sonoro, che spesso viene tacciato di inadeguatezza all’interno dei piccoli club, è innocente. Spesso il Bonfin ha dimostrato di avere i mezzi adeguati per ricreare adeguate sonorità. Questa volta temo che la problematicità dei suoni arrivi dal palco.

Il live prosegue tra alti e bassi attraverso le apprezzabili “Sapore di mare” nella sua folle e geniale veste, anticipata dal divertissement “L’abuela vuela”, che inizia a scaldare gli animi dei presenti. Qualcuno si lamenta del volume troppo alto che mortifica i timpani e c’è chi incurante di tutto continua a spostarsi da un punto all’altro del locale nel tentativo di ritrovare amici, fidanzate o ragazze con cui provarci. Il concerto volge verso la fine e lo si capisce dalle note del cult “Me cago en el amor”, brano che ha portato alla ribalta Antonio De la Cuesta. La strampalata performance, caratterizzata da dissennati “fuori onda” si chiude con una session improvvisata di divertenti trovate tra cui l’omaggio a Carosone, al quale il buon Tonino deve molto. Sulle note di “Tu vuo’fa l’Americano”, si chiude il concerto e poco importa se ai miei occhi è risultato il peggiore degli ultimi a cui ho potuto assistere, vedere quei baffetti live in un modo o nell’altro vale sempre il biglietto pagato.