Trenincorsa “Abracadabra”, recensione

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Un vecchio libro, un cilindro, graffiati vinili appoggiati su di un’antica radio, una fisarmonica, le quattro corde di un basso su cui poggia una chitarra rappezzata. Sullo sfondo si percepisce un’aria d’artista che vive ai bordi di una realtà raccontata sui margini del rosso sipario.
A tutto ciò si aggiungono racconti veristi, accorti e sentiti, capaci di alternare spensieratezza e melanconia, perse attorno ai sei protagonisti che, senza valigia, girano il mondo, spinti dalla forza emotiva che il dialetto supporta nelle 11 tracce infuse di folk rock.

Questo nuovo Abracadàbra porta i Trenincorsa verso binari già esplorati, riuscendo a fermarsi alle stazioni giuste ed in pieno orario. Il Full lenght infatti, forse grazie all’estensione dialettale, riesce senza troppe sbavature ad offrire un ottimo prodotto, che meriterebbe di seguire la via intrapresa da Pica! di Davide Van De Sfroos.

Il folk diretto e spensierato di Primavera apre la via ai cinguettii di L’uomo del faro, il cui sapore retrò lascia spazi alla madrelingua, che si pone in contraltare al vernacolo. Da qui parte il convoglio che potrebbe essere apprezzato indistintamente dal mondo Ska-P e da quello Bandabardò, assestato tra leggere percussioni e strutturato songwriting. Il sapore vintage ritorna poi con El gir del vent, ballata impreziosita dal featuring con Koralira, che anticipa il sapore mediterraneo di Agua mala, sulla quale appare impossibile rimanere fermi,.

Ascoltando però la titletrack ci si rende immediatamente conto che il dna dell’ensemble sia costituito da un’anima folk imprescindibile, versatile ed ironica. Se poi le sensazioni elettroniche eighteen di La grande occasione sembrano convincere poco, di miglior fattura appare la bellissima Ses Omen eseguita con Martino Iacchetti. Un ritmo travolgente, cadenzato alla perfezione, in grado di segnare l’ascoltatore, esattamente come il melanconico pianoforte di L’altra part del mur e la romantica storia di Il cinema magnolia , che rappresentano, senza troppi dubbi, i momenti più alti del disco, tra i molti cambi direzionali e i boccioli jazz, west e folk.

Un disco in corsa, espressione delle radici perdute, ma annaffiate di nutrienti dosaggi lessicali, grazie ad un attento e poetico songwriting ed un anima folk, che mai si compiace di sé, riuscendo ad aprirsi a groove diversificati di un mondo che i Trenincorsa stanno imparando a visitare.

Tracklist

PRIMAVERA
L’ UOMO DEL FARO
ABRACADABRA
EL GIR DEL VENT (feat. Koralira)
AGUA MALA
LA GRANDE OCCASIONE
MI E TI
SES OMEN (feat. Martino Iacchetti)
L’ULTIMO SAMURAI
L’ALTRA PART DEL MUR