TZN The Best of Tiziano Ferro – Tiziano Ferro (Deluxe Edition). Recensione CD

CD cover

Prima di iniziare questa mia recensione voglio fare una premessa. Se pensate di leggere una sorta di vivisezione del “prodotto deluxe edition” di TZN – THE BEST OF TIZIANO FERRO che descriva nei dettagli come l’artista di Latina abbia voluto suddividere i suoi (ben 61) brani nei 4 cd, allora siete sul sito sbagliato e dovrete cercare altrove ciò che fa al caso vostro. Quello che leggerete sarà, invece, il tentativo di sintetizzare una delle carriere artistiche più esplosive che ha caratterizzato la musica pop italiana degli ultimi 15 anni.
Dalla scaletta del quadruplo disco colgo soltanto un suggerimento, e cioè quello di iniziare a raccontare la storia musicale di Tiziano da oggi (meglio ancora, da domani) ripercorrendola a ritroso, per arrivare addirittura fino agli anni precedenti all’uscita della sua prima canzone “monster” (commercialmente parlando) intitolata “Xdono”, del 2001. Praticamente, infatti, leggendo la track list si deduce che i suoi prossimi singoli usciranno nel 2015 e che dopo “Incanto” (udite udite: una canzone folk con più di un’eco di musica celtica) sarà la volta di “Lo Stadio”.

Probabilmente saremo già prossimi all’estate e si avvicinerà il suo tour negli impianti sportivi più importanti d’Italia come San Siro di Milano e il suo amatissimo Olimpico di Roma. Ebbene, è praticamente già certo che questo pezzo, dall’andamento in crescendo, ne sarà la vera colonna sonora, visto che si tratta di uno degli inni più emozionanti e trascinanti che io ricordi, nonché uno dei suoi brani uptempo più riusciti.

Nessun commento riguardo al singolo apripista della collection “Senza scappare mai più”, se non sul video che è una vera chicca.

Sfida non facile quella che lo aspetterà in futuro, vale a dire quella di provare a superare la bellezza estetica dell’album precedente: “L’amore è una cosa semplice” che, nel 2011, consacrò letteralmente Tiziano come cantautore a tutto tondo. Con quel disco ha dimostrato di essere capace di saltare da uno stile musicale all’altro (L’R&B di “Hai delle isole negli occhi”, il pop da classifica di “La differenza fra me e te”, il blues di “Troppo buono”, il rap dolce di “La Fine”, la bossanova di “TVM” e tanti altri ancora), senza mai abbassare minimamente la propria qualità.

E a pensare che in realtà, quando era uscito “Alla mia età” (album del 2008) avevo pensato proprio la medesima cosa (“questo è ormai il suo top, non potrà fare di meglio”), dopo aver lanciato prima la splendida title track, e poi la sua canzone d’amore più emozionante di sempre: “Il regalo più grande”. Il resto del cd passava da duetti con mostri sacri come Battiato (“Il tempo stesso”), a brani scritti a 4 mani con gente del calibro di Ivano Fossati (“Indietro”).

Del disco di due anni prima “Nessuno è solo”, non potremo dimenticare i lucchetti di Ponte Milvio del film di Moccia (“Ti scatterò una foto”), la pazzia danzereccia di “E Raffaella e mia” o il colpo al cuore di “E fuori è buio” (ve lo dico sinceramente: la mia preferita in assoluto di Ferro). Così come, dall’LP “111” (siamo arrivati al 2003) risuonano senza fatica, almeno nell’anima dei più romantici, le ballate strappa lacrime di “Sere nere” e “Non me lo so spiegare” (cantata poi anche con la Pausini), ma anche il rap al vetriolo di “Ti voglio bene”. Il suo disco di esordio, infine, “Rosso Relativo”, dalla copertina nera e rossa, è un piccolo gioiellino che ebbe il merito di lanciarlo e dargli il coraggio di osare, andare avanti e scrivere melodie e testi sempre più forti e più solidi. A ben vedere – o meglio ascoltare – c’erano già le basi per una carriera artistica più che promettente.

Come accennavo all’inizio, nella raccolta si trovano canzoni ancora più vecchie come “Il vento” (puro pop d’autore con sprazzi di rap), “Angelo mio” (ballata già nota, ma mai incisa prima), “Sulla mia pelle” e lo splendido lentone “Quando ritornerai”, che addirittura risale al 1997. È incredibile pensare che alla sua giovane età Tiziano era già in grado di scrivere cose così profonde, che finalmente hanno trovato spazio per essere ascoltate dai tutti i fan.

Termino con un accenno ai 2 dischi bonus, di rarità e duetti: Il primo è la prova della sua iperprolifica capacità compositiva (“L’amore e basta” scritta per la Ferreri, “Difendimi per sempre”, per la Amoroso, e l’omaggio alla sua città (che tra l’altro è anche la mia) “Latina”, lasciano il segno più delle altre), mentre il secondo disco conferma che gli artisti più importanti del panorama musicale nazionale ed internazionale, chiedendogli di voler cantare con lui, gli hanno ormai implicitamente riconosciuto il titolo di re del pop della musica Italiana. Vedremo se qualcuno sarà capace di togliergli questo scettro…ma francamente, almeno nel breve periodo, ne dubito molto.

E voi che ne pensate?