Vuoto Elettrico “Virale”, recensione

vuotoelettreico.jpg

Prendere il nome da un disco dei Six Minute War Madness è una bella responsabilità. Era il 1997 quando Federico Ciappini, Paolo Cantù, Xabier Iriondo e Massimo Marini diedero alle stampe un album Noise straordinario.
Oggi, a distanza di quasi 30 anni quella splendida allegoria riprende vita, attraverso gli allacci emotivi di questa promettente band, in cui ritroviamo il taglio affilato delle chitarre e le ponderate dissonanze, che, pur (ancora) lontane dal mondo germinale degli SMWM, raccolgono sensazioni post rock noise dal proprio passato.

Il disco prodotto dalla Dreamin Gorilla Records e Banksville Records, arriva noi grazie alla Macramè Trame Comunicative. L’opera, aperta dall’arte fotografica di Marco Barchesi, direziona l’osservatore verso una metafora concettuale decisa, atta a ridefinire i temi virali della paura, dell’inquietudine e della arrendevolezza, contro le quali è necessario combattere con rabbia e ragione, qui abilmente raccontate dalle strutture sonore del platter.

Il quintetto lombardo offre 11 tracce emozionali ed intense, attraverso cenni anni ‘90 e contaminazioni post hardcore, che non lasciano respiro, spingendosi verso striature rumoristiche e ritmi tanto avvolgenti quanto disturbanti, in grado di rapire la mente verso il mondo dei Marlene Kuntz , Disciplinata e Massimo Volume, anche grazie ad un interpolazione tra liriche disorientanti ed una sezione limite davvero trainante.

L’incipit verso il mondo grigio dei Vuoto elettrico è raccontata da piccole ed inquiete note iniziali che sembrano ricadere sulla partitura attraverso strutturazioni ai limiti del noise. Contorni espressi da un punto di vista chiaro ed enunciativo, ma al contempo allegorico ed emozionale, come lo splendore esecutivo di Labirinto di cani e Il ruolo del perdono. Una rabbia scomposta che riporta alla mente le tracce più intense ed urlate degli Afterhorus, appoggiati ad uno scheletro musicale, in cui rasoiate elettriche definiscono un minimalismo interposto tra il punk scarnificato e un accorto post-hc europeo. I cambi direzionali ci invitano poi sulle soglie del battente punk rock di un Sabato d’inverno, mentre rimandi surf cavalcano il groove del Le lacrime di Dio .

Ipnotico ed ossessivo il disco vibra tra toniche e plettro, rilasciando sensazioni CCCP ( Arianna Tace), poi palesate con il battito cardiaco di un’Emilia paranoica , chiusura di un’opera dalle differenziate sfumature.

Tracklist
1) Virale
2) Il Ruolo del Perdono
3) Le Lacrime di dio
4) Arianna Tace
5) Cibolesbico
6) Asso di Spade (feat. Paolo Cantù)
7) Sabato d’Inverno
8) Il Tuo Ego, Il Mio Crollo
9) Labirinto di Cani
10) Emilia Paranoica * (feat. Manuel Cristiano Rastaldi)
11) Jean