Zibba & Almalibre

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…Hai solo questo, perché sei nato per fare solo questo! Perché è solo questo che ti fa sentire a colori e che improvvisamente trasforma il casino che è la tua vita in un rumore delicato e lontano come il suono dei passi sulla neve

Quando dalla Polyproject Protosound è arrivato il comunicato stampa che ufficializzava l’uscita della nuova fatica di Zibba e gli Almalibre, ho pensato che sarebbe stata ripagata tutta quella fatica che spesso accumulo nel parlare di dischi che non comprerei, né tantomeno regalerei a chissà chi.

Pertanto, moderando l’entusiasmo soggettivo del poter parlare ancora una volta del cantautore ligure, spingo le mani in avanti dicendo che questo nuovissimo Come il suono dei passi sulla neve è senza dubbio un disco di Zibba, con i suoi racconti, il suo mare, la sua poesia, l’arte cantautoriale e la sua infinita voglia di guardarsi attorno. Le collaborazioni, infatti, ancora una volta non mancano di certo, e non si limitano a riusciti duetti, ma si impreziosiscono grazie a tracce fantasma che, senza soluzione di continuità, raccontano il mondo di Zibba attraverso il Martino Reboski di Matteo Manforte, i pensieri evocativi e poetici di Margotta e la voce di Silvia Giulia Mendola, che raccoglie la forza recitativa in perfetta armonia con le tracce sonore del sestetto .

In questo disco dell’artista, promosso dall’ormai convincente sodalizio con la Volume!Records, in sinergia con Warner Chapel e Venus, si raccontano storie vere e trasparenti, che si rivestono di diversificati colori, attraverso sfumature jazz, blues e reggae, sviluppandosi senza nessuna barriera artistica.

Ad aprire il digipack sono quelle note a sfondo reggae, ispirate dal dondolio di un treno e dal calore di un divano, sul quale è stata pensata Nancy, brano in featuring con Roy Paci. La traccia, uscita qualche mese addietro come singolo trainante del full lenght, merita di certo attenzione come la dolce aria retrò di Sei metri sotto la città, ed il calore espositivo di Prima di Paritire, brano impreziosito dal duetto vocale con Carlot-ta, che ne esalta i silenzi e il pacato e melanconico andamento sognante.

Il susseguirsi armonico di emozioni si concretizzano inoltre in brani come Aria di Levante e o Mae mà , capaci di raccontare attraverso immagini quelle paure e quei sentimenti di chi vive da sempre ai bordi delle onde, descritte dalla voce storica di Vittorio De Scalzi. Se poi con Anche di lunedì Zibba racchiude la sua perfezione cantautoriale, in tracce come Dove i sognatori sono librai, l’ensemble riesce a mescolare con abilità disillusione e melanconia, tra perifrasi e accuratezza emozionale di un sogno notturno chinato di nero. Qui l’apporto essenziale di Giovanni Ricciardi anticipa il silente intreccio lessicale di Poesia d’amore e la meno a fuocoSalva , forse troppo chiusa nella sua narrazione, che si riapre prontamente sullo sguardo reprise della recitativa titletrack.

Un disco che si presenta quindi come l’opera più matura e ragionata di Zibba, che sembra voler incentrare le sue preziose atmosfere in quella fermezza comunicativa, assestata tra il calore vocale e la rara ricerca artistica, mai doma del passato.

Tracklist

01. Nancy
02. Come il suono dei passi sulla neve
03. Asti est
04. Sei metri sopra la città
05. Prima di partire
06. Aria di Levante
07. Almeno il tempo
08. O mæ mâ
09. Anche di lunedì
10. Dove i sognatori son librai
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