“Madonna liberaci da Putin!” Andrea Vania

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Non vedo molta differenza tra l’essere in carcere o fuori. Le strade e la galera ospitano lo stesso numero di poliziotti, tutto è controllato. C’è ancora molto per cui combattere.

Punk rock violento, urlante e grezzo quanto le ondate hardcore d’oltreoceano, da cui sembrano voler riprendere gli stilemi espressivi. Aperture armoniche stridenti e crude, animate da distorsioni chitarristiche, pronte ad accelerare i propri rintocchi in veloce battere. Un urlo sociale e propagandistico che ha fatto il giro del mondo per arrivare tra le righe di Madonna Liberaci da Putin!” , storia narrata di come le Pussy Riot hanno sconvolto la Russia ed il mondo intero, colpendo perbenisti interessati, credenti, laici e semplici curiosi.

Una storia iniziata tra gli sgargianti colori della Balaclava e terminata tra il grigiore aberrante della Colonia Penale.

Uno straordinario racconto, tanto sconvolgente quanto surreale, al servizio di un libro ben strutturato e ridefinito alla luce della genesi filosofica di un collettivo riluttante al potere. Una descrizione di attimi che trovano il proprio retroterra culturale nel 1991, anno in cui il movimento Riot Grrrl iniziò a seminare istinti primordiali dediti ad una rivoltosa rabbia sociale, alimentata da attivismo politico, femminismo e lotta contro.

Autore di quest’opera, edita da Il Volo Libero Edizioni, è Andrea Vania, nom de plume di uno sguardo arguto e quasi mai tendenzioso, pronto a raccontare in maniera oggettiva ( o presunta tale) quelli che sono stati gli episodi che hanno portato i colori delle balaclava all’interno della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, punto di non ritorno ed apice cromatico di una guerrilla theatre radicata e visionaria.

Tra le righe dell’opera il lettore avrà modo di ripercorrere cronologicamente gli eventi mediatici, attraverso testi, traduzioni, interviste e testimonianze, toccanti o indecorose…decidete voi. Una mescolanza di rumori e silenzi, attraversati da rimandi storici, campi di lavoro e solidarietà.
Un’opera da leggere con l’attenzione e la tensione dell’oggettività, mediante spazi politici in divenire, che dovrebbero far riflettere più di quanto la nostra generazione è abituata a fare.