Athlantis “02.02.2020”, recensione

Oggi, 2 febbraio 2020, è un giorno particolare, in quanto rappresenta un evento rarissimo; infatti, siamo di fronte ad una data palindroma mondiale. 02 02 2020 è considerata una data magica per appassionati di numeri e cabala. Non succedeva da circa mille anni e  proprio oggi gli Athlantis hanno deciso da far uscire il loro nuovo full lenght: 02022020.

 

Attivi dal 2003, la band rappresenta una delle tante sfaccettature dell’arte musicale di Steve Vawamas, poliedrico bassista attivo nel mondo dei Matercastle, Ruxt, Bellathrix ed ex Shadows of steel. Il musicista genovese torna tra le nostre righe spinto dalla Diamond Prod. per offrire 10 tracce intrise di heavy power legato all’age d’or del metal. La sesta opera della band, pur con un rinnovo di line up, ritrova il timbro di Davide Dell’Orto, un’ottima produzione, riffing accorti, partiture ben bilanciate e, ahimè, una perfettibile opera di cover art, a mio avviso poco accattivante (esattamente come le photo session del booklet)…ma, parliamo di musica.

 

 

Un mondo oscuro, cupo e malsano è introdotto da distorsioni evocative, subito destrutturate dall’ironia definita da un’impronta Fuck’em all, che gioca con l’ascoltatore prima di dare fuoco a polveri heavy di Life in your head, traccia in cui, sin dai primi passaggi, sembrano emergere sentori Helloween. Infatti, le note acute del brano mescolano gli anni’90 suonati da Key Hansen con una timbrica vocale piacevolmente vintage. Il sound corposo appare disegnato attorno alle sei corde di Pier Gonella, giungendo a costruire un pattern solido e a tratti impeccabile. Un sentiero che, mostrando venature progressive, si lancia sull’impronta catchy di Light of life narrativa e per certi versi power.

Gli influssi divergenti appaiono poi improvvisamente, grazie ad armonizzazioni accorte (Dancing Shadows), in cui l’unica pecca potrebbe risiedere in un impatto delle pelli forse discosto dall’impostazione sonora ricercata dalla band. A dare luce all’ultima fatica della band è di certo le sonorità distese di The fly of the eagle, in cui le aperture espositive presentano nuovi timbri vocali, back voice e un ritmo regolare, pronto a piccoli cambi direttivi. Una partitura fondamentalmente hard rock, impreziosita da riffing immediati quanto il mood proposto da …Anche questo è rock’n’roll che, nonostante intarsi prog e perdonabili sbavature, potrebbe essere considerato vicino al gusto di chi ha amato Vic Rattlehead .

 

Con Words And Weapons, invece,  l’arte si fa poi teatro, volgendo verso aperture power, qui ben indicizzate verso l’immediatezza del buon lavoro di Chris Parisi alle pelli, in grado di dare il giusto mood ad una delle tracce più interessanti del disco. Se poi Someday love will come my way sembra scricchiolare, è con la titletrack che l’ascoltatore chiude in crescendo, mediante intuizioni maideniane, qui infuse in metriche estetiche non troppo discoste dal Ronnie James Dio di Dream Evil.

 

Insomma ..un disco per gli amanti dell’heavy metal impuro.

 

Tracklist

  1. Message To All
  2. Life In Your Hand
  3. Light Of Love
  4. Dancing Shadows
  5. Fire And Ice
  6. The Fly Of The Eagle
  7. … Anche Questo E’ Rock ‘N’ Roll
  8. Words And Weapons
  9. Someday Love Will Come My Way
  10. 02022020