Cannibali Commestibili “Cannibali Commestibili”, recensione

Torniamo a parlare di OverDub Recordings per un disco, permettetemi di dire, notevole: buon songwriting, sound corposo ed avvolgente, idee e coraggio.

 

Dopo l’ottima uscita targata Kiwibalboa l’etichetta toscana arriva licenziare il debut album dei Cannibali Commestibili, power trio dedito ad un fasciante sound deforme. La band, partendo da un ottimo packaging, emerge da un lavoro di cover art reso efficace e contemporaneo grazie all’arte di Luca Solo Macello, abile nel restituire la genesi del gruppo, che sembra dovere la scintilla primordiale al mondo narrato da Simon George.

 

 

Un riff sabbathiano apre un disco che scopriremo essere figlio di un passato legato alle ultime quattro decadi. Infatti proprio Gordon Pym sembra riuscire a convogliare sensazioni di fine anni 70 con l’alternative italiano degli anni 90, senza dimenticare sottili venature proto-stoner ed indurimenti espressivi tipici dell’hard blues del nuovo millennio. L’ascoltabilità diretta ed immediata aiuta, di certo, i passaggi meno easy, definiti da note riempitive ma mai banali.

Il piede sull’acceleratore viene mantenuto con coerenza lungo tutta la set list, mostrando sdoppiamenti di canali e trame narrative, ben impunturate ad un’abile sezione ritmica (Goditi il silenzio), che non disdegna giochi deformanti e strappi vocali (Qualche corpo), grazie ai quali la band si offre all’ascolto con originalità e connotativo calore espressivo.

Il sound, martellante e granulare, si riposa tra le braccia di Pioggia acida, uno sporco blues in cui l’ acre e aspro sapore disturbante  confluisce su iniziali sensazioni Phil Rudd, per poi tornare alle avvolgenti torsioni di Nylon, trampolino di lancio per Ingranaggio fragile, confusa tra accenni noise e un flow accattivante e (forse troppo) semplicistico.

A chiudere l’ottimo disco sono infine le cupe profondità di Dr.Darrow e Luna di cenere, in cui riusciti stop and go definiscono i contorni di un disco che dovrebbe e potrebbe uscire dall’underground…in quanto (a mio modesto parere) siamo probabilmente di fronte ad uno dei migliori dischi del mese.

 

Un’unica evidente pecca: la mancanza di booklet (…e forse anche un poco la scelta del monicker).

 

Tracklist:

 

  1. Gordon Pym
  2. Goditi il silenzio
  3. Qualche corpo
  4. L.A.
  5. Pioggia acida
  6. Nylon
  7. Ingranaggio fragile
  8. Dr.Darrow
  9. Luna in cenere