In memoria di John Lennon, 8.12.1980-8.12.2005

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John Lennon non era un uomo normale.
Certo, come potrebbe essere definito normale un uomo che ha fondato la più conosciuta rock band del pianeta, che ha scritto (o contribuito a scrivere) alcune tra le più famose canzoni degli ultimi 40 anni, che ha vissuto tra i più tipici eccessi di una rock’n’roll star?

John Lennon era un uomo normale.
Come altrimenti definireste un uomo che, pur preda di tanta genialità, era sostanzialmente debole, indifeso e facilmente influenzabile/manipolabile (vedi l’incombente e, ahimé, carismatica figura di Yoko Ono)?

Insomma, chi è stato John Lennon?
Secondo me è stato un grande artista che, come tutti i migliori, era capace delle più poderose impennate quanto delle più rovinose cadute.
Ma, prima di tutto, è stato un grande uomo se, come tale, è stato capace di scrivere un inno immortale come “Imagine” che, prima di essere una canzone, è quanto di più vero e sincero possa esprimere un uomo che si sente realmente fratello di tutti gli altri uomini.

Sarebbe bello se tutti quanti noi, oltre a cantare ‘tutti insieme’ questo brano in occasione di commemorazioni varie o di torri cadute, ci soffermassimo un attimo, solo un attimo, a riflettere sulla profonda verità delle parole del testo.
Demagogia spicciola, semplicismo infantile, ‘sogni di un sognatore’ (come Lennon stesso si definisce nel testo) sono le più frequenti accuse rivolte a questa canzone da parte di chi ammanta di ‘politichese’ ed ‘economichese’ la propria barbara voglia di potere arrogante e sopraffante.
Ma proviamo a ‘immaginare’ se per un attimo il mondo fosse veramente senza barriere, senza ricchi né poveri, senza religioni che dividono invece di unire, se per un attimo il mondo fosse veramente ‘uno’: sarebbe tanto peggio di come è ora?
Non credo, non credo proprio.
Thank you, John Lennon, and “Happy Xmas”, but ‘The war is NOT over’, noi uomini siamo troppo stupidi.