Pink Floyd – The Wall (1979)

Dopo aver già incontrato sulla nostra strada alcuni pezzi da 90 della storia della musica (Frank Sinatra, Stevie Wonder, Bob Marley, Bob Dylan, Elton John, Michael Jackson, giusto per citarne alcuni) era inevitabile, prima o poi, imbattersi in una delle band più importanti di sempre: i Pink Floyd. Alla fine degli anni 70 il quartetto inglese dalla duplice anima – quella melodica del chitarrista David Gilmour e quella psichedelico/sperimentale del bassista Roger Waters – non aveva ancora perso la voglia di sorprendere, nonostante avesse già pubblicato LP eterni come Animals o Wish you were here, per non parlare di quella pietra miliare assoluta, rappresentata da Dark side of the moon.

E così, nel ‘79, la band estrasse dal cilindro uno dei concept album rock più ascoltati di sempre che racconta la storia di una pop star, ormai senza speranze, che si chiude in sé stessa impazzendo e pensando di essere diventata un capo nazi-fascista. Nonostante il collegamento dei vari pezzi, funzionale al racconto della storia, The Wall contiene alcuni brani che funzionano alla grande anche come singoli da classifica. Il primo è senza dubbio “Another brick in the wall”, il cui video riproduce scene del film – con protagonista un giovane Bob Geldof – la cui sceneggiatura si basava proprio su quest’album. Il brano ha uno sconcertante sapore pop, nel senso più nobile del termine, in quanto orecchiabile, radiofonico e melodico, in ciò certamente diverso dal resto del disco. L’altra canzone stratosferica (per alcuni la più bella di sempre dei Pink Floyd) è “Comfortably numb”, dilatata dal talento di Gilmour fino a oltre 6 minuti, là dove molte tracce dell’album non superano quota 3. L’assolo di chitarra elettrica è effettivamente qualcosa di sublime e magico.

Impossibile resistere, poi, al ritmo crescente di “Run like hell” e alle urla di Waters che le fanno da sfondo, così come non si può restare insensibili al fascino di una malinconica e, in parte, angosciante “Goodbye blue sky” (con Gilmour alla voce), che parla di città devastate dai bombardamenti. Anche dopo lo scioglimento della storica line up nel (1983), “The Wall” è stato proposto e riproposto dallo stesso Waters in tutto il mondo (a Berlino, inevitabilmente, il suo picco epico) come una sorta di musical, cantato da artisti fra i più diversi e talentuosi in circolazione (celebre e da brividi la versione di Sinead O’Connor della splendida “Mother”), realizzando quasi sempre sold out.
Questo a conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che la musica che contiene è semplicemente eterna e, verosimilmente, non tramonterà mai.

Tracklist

Disco 1

Lato A

In the Flesh? – 3:19
The Thin Ice – 2:28
Another Brick in the Wall Part 1 – 3:10
The Happiest Days of Our Lives – 1:50
Another Brick in the Wall Part 2 – 3:59
Mother – 5:32

Lato B

Goodbye Blue Sky – 2:48
Empty Spaces – 2:07
Young Lust – 3:31 (Roger Waters, David Gilmour)
One of My Turns – 3:36
Don’t Leave Me Now – 4:16
Another Brick in the Wall Part 3 – 1:14
Goodbye Cruel World – 1:14

Disco 2

Lato A

Hey You – 4:41
Is There Anybody Out There? – 2:40
Nobody Home – 3:25
Vera – 1:33
Bring the Boys Back Home – 0:50
Comfortably Numb – 6:49 (David Gilmour, Roger Waters)

Lato B

The Show Must Go On – 1:36
In the Flesh – 4:16
Run Like Hell – 4:22 (David Gilmour, Roger Waters)
Waiting for the Worms – 3:58
Stop – 0:30
The Trial – 5:19 (Roger Waters, Bob Ezrin)
Outside the Wall – 1:42