Sixty miles ahead “Millions of burning flames”, recensione

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There’s no walkin away from it…You get infected and it fills your heart and your soul. It makes you shine like millions of burning flames

Dopo Blank Slate, interessante extended played d’esordio, i Sixty miles ahead arrivano finalmente al loro primo full lenght, promosso ancora una volta dalla vitale Red Cat Promotion e dato alle stampe grazie all’intervento della AntStreet Records.
Il disco, da pochi giorni uscito dai nostri confini, riesce a conquistare sin dal primo ascolto, complice la post produzione curata e ben definita nell’ottimale mescolanza tra heavy ed hard rock mai banale, nonostante le citazioni verso i margini conclusivi degli anni ’90.

In maniera del tutto inusuale, infatti, mi espongo con un ponderato entusiasmo nei confronti di questo Millions of Burning Flames, non solo per la tecnica sonora che sta evolvendo e crescendo tra le pieghe del quartetto milanese, ma anche e soprattutto per la vis esecutiva che, rifacendosi in maniera calcata al mondo di Vince Neil, offre un impatto diretto e profondamente hard rock.

Ascoltando la nuova release, appare evidente una reale conferma delle buone attitudini del combo rock, anche attraverso un impatto iconografico interessante e ben strutturato, che emerge dalla semplice ma efficace cover art, in cui la dinamicità del convincente logo ci invita all’ascolto. Tra le ombre della struttura grafica, l’astante è invitato nel mondo dei SMA, attraverso una breve introduzione dalle sonorità cupe e al contempo delicate. Nel concreto, ad aprire le stanze musicali è però il buon riff di While luck is on our side, in grado di accelerare gli assoli su distorsioni heavy rock, amalgamate ad uno schema che sorride a spezie industriali. L’ottimizzazione dei ritmi scomposti e l’uso attento del drum set, lascia spazio ad una voce a tratti (forse) troppo pulita, metro esecutivo della struttura ritmica, pronta ad affiancarsi al suadente riff di Unfaithful Confessions, chiara reminiscenza Motley Crue. Se poi con Not supposed to Crawl gli sperimentalismi controllati portano in territori Weiland, con il bellissimo intro della titletrack l’ascoltatore riesce a farsi trascinare dentro un heavy rock più puro. Le ricerche velatamente nu-metal si percepiscono infine dai riff potenziati, ma dichiaratamente vintage nel loro dna.

Se poi con Infection gli sguardi calano in un tracciato adulatore e con Change our star la band non trova la giusta messa a fuoco è con Hit me, shoot me, stab me che la profondità del suono sale di livello, al pari di Something to blame ancora deliziosamente Motley. Non mancano infine né convincenti arrangiamenti (Cry cry Baby), né stabili anime glam, che riescono ad uscire dagli schemi come nel caso di Split personalities, i cui richiami Persistence of time, rendono merito ad un disco piuttosto interessante.

Tracklist

1. Ignition
2. While Luck Is On Our Side
3. Unfaithful Confessions
4. Infection
5. Hit Me, Shoot Me, Stab Me
6. Millions of Burning Flames
7. Not Supposed to Crawl
8. Change Our Stars
9. Split Personalities
10. Something to Blame
11. Cry, Cry, Baby
12. Reach My Destination
13. Chances (Acoustic Version)