Wasp star

Cover CD

Se un musicista di provincia scrive un brano chiamandolo “This is pop” si potrà pensare di lui che è un presuntuoso, oppure che è autoironico, oppure ancora che forse è proprio un genio ed ha le idee chiare. Non mi pare che Andy Partridge appartenga alla prima categoria, ma delle altre due non c’è dubbio che sia socio benemerito.
Gli XTC sono un riferimento costante per chi voglia seguire, divertendosi, l’evoluzione della musica pop dalla fine degli anni ’70 in poi; Apple Venus Vol. 1 ne ha dato una magnifica dimostrazione, e il suo lungamente annunciato seguito, diverso in molte cose, a parer mio è un altro capolavoro, al quale non dovrebbe sfuggire la palma di miglior CD pop del 2000 (wow!).
Prima di consegnare il premio, leggo le motivazioni: raramente si infilano dodici canzoni una dietro l’altra con l’energia, la creatività, la semplice genialità e, perché no, l’allegria di questo lavoro. La cosa, infatti, riusciva facilmente solo ad un quartetto di Liverpool cui i nostri hanno l’abilità di rendere omaggio quasi in ogni brano senza scopiazzare nulla.
La classifica probabilmente continuerà a dar torto ad un gruppo che, per varie ragioni, non fa tour e si promuove senza divismo; a chi ama davvero la musica e vuole canzoni trascinanti, però, consiglio di dar retta meno ai numeri e più alle orecchie dopo l’ascolto di Playground, The man who murdered love, Standing in for Joe, tanto per dirne solo tre.

Rispetto a un anno fa, sono usciti dallo studio i suoni orchestrali che hanno contribuito a realizzare l’incantesimo di A.V .Vol. 1 e sono tornate le chitarre; tante e davvero belle, anche senza Dave Gregory che sembra aver lasciato definitivamente il gruppo. Andy Partridge, al solito autore della maggior parte dei brani, mostra che anche lui con le sei corde ci sa fare, senza assoli ipertecnici ma con personalità; Colin Moulding continua a scrivere brani che ti fanno ondeggiare con la testa come un bambino; il risultato di quest’alchimia spiega perché in tanti amino dire che la musica degli XTC inizia dove è finita quella dei Beatles.
Siamo al finale: il retro della copertina recita il consueto mite e determinato consiglio del duo di Swindon: Do what you will but harm none; ai confini del buonismo, per i più cinici, e comunque a conferma della positività che abita questo lavoro.
Se un CD così non vi piacerà, forse è perché non vi piace molto il “leggero” pop (ma è poi così leggero?
Partite dall’ultimo brano e ditemi…), oppure l’ottimismo debordante vi stomaca, chissà.
Per chiunque altro, questi meravigliosi 50 minuti sono nei negozi per essere vostri.

State-of-the-pop-art, ecco; chiamatelo così.