Fist of Rage “Black Water”, recensione

Nonostante l’avverso destino (impersonificato malamente dalle poste italiane), Music on tnt incontra nuovamente Andromeda Relix per una serie di recensioni che mirano a dare voce ad un ricco rooster, nel quale ritroviamo anche i Fist of rage, hard rock band friulana giunta alla seconda fatica che, a ragion veduta, sembra superare per qualità ed intenti il già convincente esordio. Infatti, le dieci tracce hd, mantenendo un buon bilanciamento tra riffing e melodia, arrivano al confine di un heavy semplice e diretto, in cui sensazioni di fine anni’80 portano in dote reminiscenze Joey Tempest.  Così appare tra i controcanti e i guitar solo di Just for a while, traccia tirata, definita da l’ottimo lavoro della sezione ritmica, pronta ad aprire la strada ad un “nuovo inizio”, che piacerà di certo a chi ha amato e ancora apprezza il mondo patinato di Jon Bon Jovi. Proprio dal New Jersey sembra arrivare New beginning, composizione ricamata su l’anima reale del sestetto, abile nel calibrare dialoghi tra sei corde, interludi narrativi e chorus accattivanti.

 

 

L’estensione vocale di Pietro Pattay non manca poi di giocare con le note di matrice vintage, atte a celare le poche ombre del disco ( Between love and hate), per poi tornare sulla giusta via con l’impeccabile Black water, con la quale si raggiungono venature grunge, qui piacevolmente inquinate da tastiere ben assestate quanto la straordinaria opera compositiva che domina la cover art, ispirata  alla titletrack dalla claustrofobica narrazione (“All over my head, black water all over my head”) che devia dai divergenti cambi direzionali.

 

Il mood continua a vibrare senza sosta attraverso la battente verve di Mudman, in cui echi Deep Purple riempiono l’ascolto di ricordi sorridenti, pronti a dare risalto al songwriting in Lost e Set me free (magnifica!), figlia illegittima di sonorità interposte tra Rainbow e nu metal. La traccia, a mio avviso tra le più interessanti dell’album, mostra buone vibrazioni al pari di These days, dalla quale emergono ritrovate intuizioni Michael Kiske, pronte a mitigare le “lacrime settembrine”, che vanno a chiudere uno dei dischi più interessanti di questo freddo mese di maggio.

 

Tracklist

01. Just For A While
02. New Beginning
03. Between Love & Hate
04. Black Water
05. Mudman
06. Lost
07. These Days
08. Awake
09. Set Me Free
10. September Tears