?Alos – Ricamatrici + Intervista

alos.gif

“Esiste un altro mondo oltre al nostro, un mondo nascosto all’interno di ogni specchio. Un mondo speculare al nostro, ma in cui le persone portano sul corpo i segni dei ricordi indelebili che plasmano (anche da noi) il carattere ed il vissuto di una persona”.

La signorina ?Alos torna a raccontarci di sé e di quel suo mondo Carolliano, che esiste metaforicamente in ognuno di noi. L’alter ego di Stefania Pedretti torna a narrarci della sua inquietudine, del suo disamore per un mondo (ir)reale, che sforna passività, dolore e cicatrici, attraverso il suo rumorismo indelebile, oltre alla fagocitante routinarietà dell’espletamento.

Il ritorno alla musicalità di ?Alos è paragonabile all’angosciante, affascinate e onirica visione che è Neil Gaiman regala nel suo magnifico romanzo “Coraline”, da poco tempo sviluppato attraverso una perfetta trasposizione cinematografica diretta da Henry Selick, capace di superare la visione amara di The Nightmare Before Christmas. Un paragone che deve apparire come un gentile omaggio all’arte musicale dell’eclettica Stefania, capace di trasportare all’interno della sua capacità espositiva un immaginario degno di Tim Burton. Forse ad alcuni il paragone può sembrare audace…e probabilmente lo è, ma se, come Coraline, si riesce nell’intento di entrare in quella magica porta, il mondo di ?Alos ci apparirà meno criptico e alquanto affascinante.

“Ricamatrici” altro non è che un acre concept album, sviluppato attraverso ardue intuizioni proto musicali, sussurri e cupezza. Come in un’ingenua favola gotica gioca tra l’industrial di “Tulle”, che matura e si evolve nel cadenzato gioco sonoro di “Un giorno”, con il suo rumorismo soft, in cui il tempo operaio della signorina è scandito pesantemente dalle lancette che ammorbano un inquietudine immaginifica.

Di buon impatto appare il trittico “punto intaglio-punto lacrima-punto ombra” lento, desolante, vacuo, in cui la vita viene definita come una realtà di lacrime e cicatrici. Cenni di minimalismo sonoro emergono poi in “Punto croce” e “La macchina da cucire”, fino a perdersi in tracce di armonia con “Sospiri” ed il suo pianoforte scheletrico. Il disco si chiude con un divertissement che anticipa il risveglio del giorno seguente ed il suo macchinoso e ripetitivo incedere da cui un treno potrebbe salvarci per portarci via lontano, lontano da un finale aperto a cui ognuno di noi sarà libero di regalare un significato.

Intervista

Signorina ?Alos buongiorno! Buongiorno anche a te Stefania, bentornata sulle pagine di Music on tnt. Partiamo dall’inevitabile parallelo tra il tuo esordio discografico e questo “Riamatrici” cosa è cambiato da allora?

Ciao a voi!!!!
?Alos da un progetto “gioco” è diventato una cosa seria in cui credo sempre di più e ciò si è rispecchiato anche nella musica e nel disco… Ricamatrici si è fatto più ragionato, introspettivo e più attento ai dettagli. E’ cambiata la performance che ha dato ispirazione al disco, in più in questo nuovo disco ho tenuto a sottolineare il parallelismo con la performance live, mentre nel precedente “Ricordi indelebili” avevo cercato di separarli.

Sei soddisfatta del lavoro svolto? Riascoltno il full lenght ad oggi reputi che avrebbe potuto essere diverso?

Sono molto soddisfatta di “Ricamatrici”.So che avrebbe potuto essere diversissimo da come è venuto, sono andata in studio con delle idee ben chiare sul concept del disco e dei pezzi, ma poi riportate su nastro sono cambiate molto; è stata veramente una bella esperienza, una sorpresa.

Il disco ha senza troppi dubbi le sembianze di un concept. Da ove arriva l’ispirazione?

Infatti… il disco nasce da una performance live: “one girl sewing music” . In questa performance suonavo e cucivo un pupazzo sul palco… il tutto era un tributo al lavoro, ai sogni, alle aspirazioni e alle sofferenze di tutte le sartine di ieri e di oggi; più in generale alle lavoratrici in fabbrica.

Ho notato alcuni gustosi parallelismi con il mondo animato di Coraline, quanto c’è in te del mondo cupo e ghothico di Tim Burton e Gaiman?

Che carino, sei il primo che paragona ?Alos ad un immaginario cartoon…mi fa molto piacere dato che sono una grande amante dell’animazione…?Alos è il personaggio di una fiaba distorta e gotica, la cui ”bellezza” sta nelle cicatrici, quindi c’è in me un gusto gotico, ma con molta ironia.

Redi che prima o poi la signorina ?Alos possa trovare la sua serenità o sarà condannata per sempre a inquieti percorsi di vita routinaria?

?Alos è serena, ma molto molto critica con il mondo e ama ricordare ai presenti la storia…
Soprattutto la storia delle donne.
Pensa che il prossimo tema sarà il lato oscuro delle donne: il sesto senso, la grande Inquisizione e quindi i roghi……

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di comporre una tipologia di musica così elitaria?

Che bel quesito.. Non so che dirti… amerei molto che la mia musica diventasse meno elitaria…ma la vedo dura…. vantaggi: faccio questo tipo di musica perchè è ciò che mi esce dal cuore e dalla mia fantasia,quindi il vantaggio è che faccio ciò che mi piace..Il pubblico che mi ascolta è un pubblico attento e curioso, a cui piace questo tipo di musica proprio perchè vuole essere stupito e sentire cose nuove…
svantaggi: appunto che non tutti riescono a capire la mia musica, anche perchè vogliono “capirla “e non ascoltarla a cuore aperto

Se fossi un feroce critico musicale, cosa scriveresti del tuo nuovo album?

Scrivendo qualcosa di molto critico/negativo… perfetto per ciò che mi chiedevi sopra…