Criminal Jokers “This was supposed to be the future”

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Dopo i Zen Circus, la bella Pisa è testimone di un’altra interessante indie underground rock band di nome Criminal Jokers, ensemble poco più che ventenne. Il terzetto è uscito con “This was supposed to be the future” nel novembre 2009 per Iceforeveryone-Infecta-Audioglobe, prodotto da (attenzione! Attenzione! Andrea Appino.

Dietro alla curiosa cover art si raccolgono contaminazioni punk, provenienti dal passato buskers e alternative rock west coast, tra sentori new wave e hard rock.

Il disco d’esordio si apre con l’interessante titletrack, che, tra basso e batteria, si assesta attorno ad un’intelaiatura alternative. Cenni noise introducono il curioso ed efficace riff ed una voce connotativa, tanto da riuscire a racchiudere in sè l’essenza della band, tanto italiana da non essere italiana. Quest’ultima frase può apparire una sorta di ossimoro invadente, ma in realtà il sound, le timbriche e le trattazioni diffuse appaiono molto legate al modus operandi d’oltreoceano, pur provenendo dalla nostra Toscana. Il suono sin dall’esordio sembra essere da club band come definito da “This song is dead”, in cui l’avvio post giunge si (de) forma in crescendo, sino a toccare la Londra anni settanta, senza dimenticare enclave soniche vicino al tecno-industrial, strano a dirsi molto prossime a bizzarrie compositive di Denis D’Amour.

Tra i brani meglio riusciti entra di diritto l’allegra surf rock ballad “Killer”, che ci riporta senza troppi ostacoli all’ultimo lavoro dei Zen Circus, grazie anche alla splendida scenografia di base ricreata dalle sezione ritmica, che si erge all’apice per “No salvation”, in cui uno spirito PIL sembra rinascere tra le note scomposte ed il cantato fuori dalle righe, al meglio di sé su volumi medio bassi.

Se è vero poi che brani come “Sweet blonde” e “Burning” non nascondono nulla di particolarmente accattivante, di certo con “This was supposed to be the future” non ci si annoia, basti ascoltare il convincente suono JJ72 di “Sightseeing” o il magnifico divertissement grind core di “My mother got fucked”, senza dimenticare poi la ritmica noise-ind della minimalistica “Deep rider”.

Insomma, un disco vario, curato e fertile, che si chiude con un inaspettato western-blues, cavalcando un “rachide”, che lascia il sapore di un film dall’aperto finale.

Tracklist:

01. This was supposed to be the future
02. This song is dead
03. Killer
04. No salvation
05. Sweet blonde
06. Sightseeing
07. My mother got fucked
08. Deep rider
09. Burning
10. Song for lovers
11. Wasted time

Tour

5 dic 2009 20.00
CARACOL presentazione del disco INGRESSO + CD = 10 EURO! PISA

11 dic 2009 20.00
VILLA CORRIDI (+ Pan del Diavolo) LIVORNO

19 dic 2009 20.00
CIRCOLO DEGLI ARTISTI ( + zen circus) ROMA

16 gen 2010 20.00
La Limonaia FUCECCHIO (FI)