Brother Moses smote the water – Live in Berlin

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Gli album dal vivo, i grandi album dal vivo, sono quelli che arricchiscono il menu musicale di un gruppo, servono a svelare aspetti nascosti della sua musica, questo almeno è il concetto sviluppato negli anni ’70 del secolo scorso in ambito rock. I Klezmatics non fanno rock ma con questa loro ultima fatica hanno percorso proprio questo tipo di cammino.

La musica klezmer – la musica degli ebrei della mitteleuropa – è uno dei pilastri della musica folk e i Klezmatics sono un gruppo di New York che da vent’anni ne rinnova la tradizione: per questo loro primo album dal vivo registrato la scorsa estate a Berlino hanno unito il gospel al klezmer.

Gospel e klezmer appaiono simili per ispirazione, non solo perché entrambi legati alla Bibbia, a collegarli sono anche i temi di giustizia sociale cui questi generi sono legati storicamente: le lotte socialiste della prima metà del Novecento per il klezmer, le lotte per i diritti civili degli afro-americani per il gospel. Per innegabile che sia questo legame culturale, il connubio musicale mi lasciava perplesso: ogni perplessità è svanita ascoltando il CD in questione.

Per questo loro progetto i Klezmatics hanno aggiunto alla loro solita formazione un cantante gospel -Joshua Nelson – e una organista, cantante – Kathryn Farmer.

Il risultato è strabiliante, quasi un’ora di musica trascinante ed emozionante, sei brani in yiddish e quattro in inglese in cui la musica dei Klezmatics si amalgama perfettamente con quella dei due ospiti viaggiando lungo sentieri noti di entrambi i generi e regalando emozione grazie ad arrangiamenti indovinati che rivelano nuovi volti di classici della tradizione come “Elijah rock” o “Brother Moses smote the water”. Le voci di Lorin Sklamberg – leader dei Klezmatics – e di Joshua Nelson si alternano creando magia grazie alla comune ispirazione dei testi: eccezionale il lavoro fatto su “Oh Mary don’t you weep” lo spiritual portato a nuova vita quaranta anni fa dal grande Sam Cooke, qui le due versioni vengono fuse mirabilmente. Altro momento esaltante è “Shnirele, Perele”: prima la fascinosa melodia è introdotta dal gruppo, poi le voci dei due cantanti si alternano nei versi che guidano verso il finale a pieno organico in un crescendo di emozione.

Ciliegina sulla torta è la magistrale registrazione: i sei musicisti e i due cantanti sono tutti bene in evidenza così come sono chiaramente percepibili l’entusiasmo e la partecipazione del pubblico.

Il CD – pubblicato dalla meritoria piccola etichetta tedesca Piranha – è di tipo enhanced perciò inserito nel PC consente di vedere un pezzo del concerto, la trascinante “Shnirele, Perele”.

Grande musica che trascende i generi, disco consigliatissimo.